Dal 9 febbraio al San Fedele di Milano la prima edizione del festival
AQUERÒ, LO SPIRITO DEL CINEMA
Anteprime, classici e film accompagnati da riflessioni d'autore, tra cinema e spiritualità.
Con registi come Pasquale Scimeca, Eugène Green e Pippo Delbono, la prima visione italiana di Jeanette di Bruno Dumont, l'affascinante esordio di Cosimo Terlizzi prodotto da Riccardo Scamarcio, che sarà uno degli ospiti della rassegna, insieme a filosofi, artisti, poeti, protagonisti del mondo culturale e religioso.
Ideato da Acec Milano, con la direzione artistica di Fabrizio Tassi e quella organizzativa di Gianluca Bernardini, il sostegno di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, e il patrocinio dell'Arcidiocesi milanese e del Comune di Milano, in collaborazione con il Centro Culturale San Fedele e Itl.
Nasce a Milano, all'Auditorium San Fedele, e in altri cinque cittadine della diocesi, il primo festival dedicato al “cinema dello spirito”. Non un festival tradizionale, ma un luogo di riflessione su quel cinema, classico e contemporaneo, che si è confrontato con le domande fondamentali della vita in relazione alla bellezza, alla verità, alla fede e al dubbio.
Tre sezioni: Radici, dedicata ai maestri e ai capolavori della storia del cinema (dell'invisibile); Riflessioni, ovvero il meglio del cinema contemporaneo, tra opere da rileggere o da riscoprire, con l'aiuto di filosofi, poeti, rappresentanti del mondo religioso; Ricerca, con gli inediti, le anteprime, i film indipendenti, presentati dagli stessi autori.
Al centro ci sarà il confronto e il dialogo tra ospiti e pubblico: ogni proiezione sarà seguita da un incontro (un'ora circa) per approfondire il film e i suoi temi.
Aquerò è la parola utilizzata da Bernadette di Lourdes per indicare “quello/a”, l'apparizione a cui non riusciva ancora a dare un nome. Una parola in dialetto occitano, semplice, quotidiana, per indicare qualcosa di straordinario, miracoloso. L'invisibile che si fa immagine.
Tre giorni a MILANO, nell'auditorium SAN FEDELE, da venerdì 9 a domenica 11 febbraio 2018, in tutto nove appuntamenti (tre al giorno, alle 15, alle 18 e alle 21). E poi altri dieci eventi in cinque sale di CARUGATE, CESANO BOSCONE, CESANO MADERNO, GALLARATE e MAGENTA (sempre alla sera alle 21), perché questo è un festival diffuso e itinerante.
Con un focus dedicato al rapporto tra il cinema e la figura di Giovanna d'Arco, che parte da maestri come Dreyer e Bresson e arriva all'opera folle e straordinaria di Bruno Dumont (Jeannette) presentata per la prima volta in Italia. Con anteprime di film che usciranno nelle settimane successive, come quelli di Pasquale Scimeca e Cosimo Terlizzi. Con autori sempre originali e provocatori come Eugène Green e Pippo Delbono. Ma anche il milanesissimo Pane dal cielo (nato dall'esperienza dell'Opera San Francesco), la lezione illuminante del regista Michelangelo Frammartino e la possibilità di rivedere bellissimi film dimenticati di Herzog, Bressane e Sokurov, o di rileggere Malick, Assayas e Kim Ki-duk, aiutati da alcuni protagonisti del mondo della cultura italiana: i filosofi Silvano Petrosino e Roberto Mordacci, l'esperto di mistica Marco Vannini, il poeta Davide Rondoni, i critici cinematografici Paolo Mereghetti, Giulio Sangiorgio e Giancarlo Zappoli, il teologo Giuliano Zanchi, il direttore della Galleria San Fedele padre Andrea Dall'Asta, il maestro zen Carlo Zendo Tetsugen Serra.
La serata di venerdì 9 febbraio sarà aperta dall'arcivescovo Mario Delpini.
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