Spazio Aperto San Fedele
L’ingresso di un teatro. Lo spazio pre-rappresentazioni e
prima del silenzio. Lo spazio del reale,
fatto di voci e persone. Di attese e aspettative, prima. Di commenti, opinioni
e riflessioni, dopo.
É qui, nello spazio reale, che Francesco Arecco posiziona i
suoi ordigni. Fra la gente. Nel foyer dell’Auditorium del Centro Culturale San
Fedele l’attesa di un’esplosione. Non
c’è possibilità di scampo, tutt’attorno a noi congegni esplosivi pronti a
tuonare.
Oggetti-strumenti come li definisce Arecco: sono i
meccanismi che guidano le nostre esistenze. Il nostro vissuto, gli incastri
relazionali e sentimentali, il meccanismo dell’amore, mirabili artifici e
abilità del nostro quotidiano. Al centro dello spazio, culmine dell’attesa, si
trova l’ordigno più potente, che sta per esplodere: Mina. Congegni armonici
come meccanismi esplosivi conducono variazioni sul tema. Non una mina anti-uomo
ma pro-uomo. Strumenti potenti della nostra cultura: letteratura, arte, prosa,
poesia, sono loro i veri ordigni.
Arecco chiede ai suoi spettatori un atto di fiducia, che
condivide con il Centro San Fedele e di cui in egual modo si fa portavoce: una
presa di coscienza. Un messaggio resiliente, pacifico e pacifista, rivolto alla
riflessione sulla necessità di una reazione all’immobilismo, sociale e
spirituale. Spostamenti d’aria, movimenti, cambiamenti, esplosioni silenziose
contro l’annientare, il radere al suolo, il dimenticare. Per il rinnovo e la
memoria, il preservare e il dialogo. Sono ordigni d’amore. GS
fino al 20 dicembre 2014
mart/sab 16,00 – 19,00 (al mattino su appuntamento), chiuso i festivi, al mattino su richiesta