La Cambogia è uno dei paesi con il più alto numero di mine
attive (tra i 4 e i 6 milioni) e il più elevato numero di amputati pro capite:
più di 30.000 persone – soprattutto bambini e contadini – hanno perso gli arti
o sono state gravemente ferite dalle mine o da altri ordigni inesplosi.
A loro è dedicato il progetto fotografico di Karl Mancini.
Una ricerca nata non solo per ricordare il genocidio cambogiano, ma anche per
rendere consapevoli che non tutte le guerre finiscono con i trattati di pace:
simili a fantasmi che emergono dal passato, le mine continuano infatti a
mietere vittime anche dopo dieci, venti, trent'anni - in Cambogia, come in
tanti altri paesi devastati dai conflitti.
Una ricerca, la sua, che non indulge nell'orrore, ma
sottolinea il pudore e l’umanità di chi ha avuto la vita segnata da tali
perfidi ordigni.
Gigliola Foschi
Si ringrazia Echo Photojournalism
Fino al 10
giugno 2016
martedì - sabato 16.00/19.00 (al mattino
su appuntamento)
chiuso dal 2 al 5 giugno, aperto lunedì 6 giugno