Leonardo a Milano.
Intorno al 1482 Leonardo lascia Firenze e arriva a Milano,
sperando in un trattamento migliore di quello riservatogli a Firenze. La città
dei Medici aveva infatti trovato il proprio rappresentante ufficiale in
Botticelli, cantore della figura umana, inventore di squisite mitologie,
propugnatore della cultura neoplatonica più di moda. Non c’era quindi spazio
per un inquieto ed eversivo sperimentatore come Leonardo, lontanissimo da
questo tipo di interessi e piuttosto volto ad una mimesis spregiudicata ed
integrale dei fenomeni naturali. Ma anche il lungo soggiorno milanese non produrrà i
risultati auspicati. La prima commissione viene da una confraternita -non dalla
corte- e riguarda la Pala d’altare con la Vergine delle Rocce (1483-86). Per
oltre un decennio Leonardo è occupato a progettare il monumento celebrativo a Francesco
Sforza (il famoso cavallo), che non verrà mai realizzato a causa di un tardivo
ed inopinato ripensamento da parte di Ludovico il Moro. Le opere prodotte di
suo pugno sono quindi assai limitate e non bastano a garantirgli una fama
imperitura. Malgrado queste difficoltà, realizza comunque alcuni
capolavori assoluti. Nella ritrattistica, il Musico e la Dama con l’ermellino
segnano la nascita del ritratto, sulla scia dei modelli fiamminghi e dei
prototipi di Antonello da Messina. Tuttavia, è solo grazie al Cenacolo che il suo nome regnerà
per sempre fra gli immortali. Poche opere hanno segnato un’epoca in modo così
indelebile, sconvolto le abitudini precedenti, corretto gli schemi
tradizionali, aperto strade fino a quel momento imprevedibili. Iconografia,
stile, tecnica pittorica, generi artistici, prospettiva. Ogni aspetto conosce
un trattamento personale, originale ed ardito. Abbandonato l’affresco,
sperimenta una tecnica innovativa che gli consente di dipingere attraverso
velature e di rappresentare la psicologia dei personaggi. La scelta del momento
- dopo le frasi pronunciate da Cristo: “qualcuno di voi mi tradirà”- scatena le
emozioni dei singoli, definiti a gruppi di tre a tre. Ciò che conta non è più
l’immediata identificazione del traditore Giuda, ma un più complesso
significato di perdono e di redenzione. La prospettiva lineare non è quindi più sufficiente.
L’illuminazione della scena corregge il carattere “astratto” imposto da una
misurazione di tipo matematico e asseconda la luce naturale proveniente dalle
finestre del refettorio. Il Cenacolo, come aveva già riconosciuto Vasari, è l’opera
prima della Modernità.
filmato: Leonardo Da Vinci: Il genio e il suo tempo
durata: 100’
Si ringrazia Cinehollywood, editore del filmato www.cinehollywood.com