Leonardo da Vinci: il genio e il suo tempo

Auditorium martedì 5 maggio, ore 18.15

Leonardo a Milano.

Intorno al 1482 Leonardo lascia Firenze e arriva a Milano, sperando in un trattamento migliore di quello riservatogli a Firenze. La città dei Medici aveva infatti trovato il proprio rappresentante ufficiale in Botticelli, cantore della figura umana, inventore di squisite mitologie, propugnatore della cultura neoplatonica più di moda. Non c’era quindi spazio per un inquieto ed eversivo sperimentatore come Leonardo, lontanissimo da questo tipo di interessi e piuttosto volto ad una mimesis spregiudicata ed integrale dei fenomeni naturali. Ma anche il lungo soggiorno milanese non produrrà i risultati auspicati. La prima commissione viene da una confraternita -non dalla corte- e riguarda la Pala d’altare con la Vergine delle Rocce (1483-86). Per oltre un decennio Leonardo è occupato a progettare il monumento celebrativo a Francesco Sforza (il famoso cavallo), che non verrà mai realizzato a causa di un tardivo ed inopinato ripensamento da parte di Ludovico il Moro. Le opere prodotte di suo pugno sono quindi assai limitate e non bastano a garantirgli una fama imperitura. Malgrado queste difficoltà, realizza comunque alcuni capolavori assoluti. Nella ritrattistica, il Musico e la Dama con l’ermellino segnano la nascita del ritratto, sulla scia dei modelli fiamminghi e dei prototipi di Antonello da Messina. Tuttavia, è solo grazie al Cenacolo che il suo nome regnerà per sempre fra gli immortali. Poche opere hanno segnato un’epoca in modo così indelebile, sconvolto le abitudini precedenti, corretto gli schemi tradizionali, aperto strade fino a quel momento imprevedibili. Iconografia, stile, tecnica pittorica, generi artistici, prospettiva. Ogni aspetto conosce un trattamento personale, originale ed ardito. Abbandonato l’affresco, sperimenta una tecnica innovativa che gli consente di dipingere attraverso velature e di rappresentare la psicologia dei personaggi. La scelta del momento - dopo le frasi pronunciate da Cristo: “qualcuno di voi mi tradirà”- scatena le emozioni dei singoli, definiti a gruppi di tre a tre. Ciò che conta non è più l’immediata identificazione del traditore Giuda, ma un più complesso significato di perdono e di redenzione.  La prospettiva lineare non è quindi più sufficiente. L’illuminazione della scena corregge il carattere “astratto” imposto da una misurazione di tipo matematico e asseconda la luce naturale proveniente dalle finestre del refettorio. Il Cenacolo, come aveva già riconosciuto Vasari, è l’opera prima della Modernità.


filmato: Leonardo Da Vinci: Il genio e il suo tempo

durata: 100’


Si ringrazia Cinehollywood, editore del filmato www.cinehollywood.com