MARC CHAGALL, un’arte che anela al cielo

Artefilm
Auditorium 15 novembre ore 18,15

La proposta della Galleria San Fedele è una rassegna di documentari e conferenze su temi di arte antica e contemporanea. Il ciclo è  realizzato con il  patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività  culturali ed in collaborazione con:

Asolo Art Film Festival

Cinehollywood


Martedì 15 novembre ore 18,15

conferenza di Chiara Paratico

È un “mondo sottosopra” quello dell’ebreo-russo Marc Chagall (Vitebsk 1887 - Saint-Paul de Vence 1985), come dice il titolo della recente mostra organizzata dal Museo di Nizza intitolato al pittore. Una mostra itinerante con due tappe italiane, a Roma e Verona, poi trasferita in Spagna e Svizzera. Nato nel ghetto ebreo della bielorussa Vitebsk, tutta folclore naïf e case in legno, Chagall studiò a San Pietroburgo con Léon Bakst, lo scenografo dei balletti russi, che gli schiuse la rivoluzionaria poetica di Cézanne, Gauguin e Van Gogh, per poi giungere a Parigi ed entrare nei circoli intellettuali delle avanguardie ispirati da Apollinaire, il poeta francese che lo definì "un colorista molto dotato che si lascia trasportare là dove lo spinge la sua immaginazione mistica". Chagall scriveva «Dovevo cercare un’occupazione che non mi costringesse a voltare le spalle al cielo e alle stelle e che mi consentisse di trovare il senso della mia vita» e per questo fece della pittura una preghiera universale che trascende tutte le religioni e uno degli appelli alla tolleranza più forti lanciati dall'arte. I suoi dipinti sono paesaggi compositi, privi di coordinate spazio-temporali, abitati in primis da coppie d'innamorati, da animali trasfigurati - asini, galli e mucche - da rabbini e violinisti, dal pittore stesso e dalla prima moglie Bella, tutti raffigurati in pose acrobatiche come i circensi, anch'essi fra i suoi personaggi prediletti. Favole liriche e spettacoli incantati non privi di “tinte” tragiche, specchio dei deliri del proprio tempo: la guerra, la rivoluzione russa, le persecuzioni naziste. Tele oniriche da non interpretare semplicisticamente come tentativi di fuggire dalla realtà, ma piuttosto come frutto di un'instancabile volontà di guardare alla vita da più prospettive, dall'alto al basso, in avanti e in dietro, con la forza dell'immaginazione. Dipinti “mistici” nel senso più laico e umano del termine, perché Chagall prima che un pittore religioso - famosa la serie ispirata al Cantico dei Cantici o le sue vetrate, come quelle per la sinagoga del Medical Center dell’Università ebraica a Gerusalemme - è un uomo che anela ad un mondo "altro" creato da una personalissima “visione” della realtà. Una realtà vista con gli occhi della propria anima, esule dalla Russia in Francia e poi in America, e sempre in ricerca, come la figura del vecchio ebreo errante con il fagotto in spalla in molte sue tele. Una sua preghiera a Dio recita: «Rivelami il mio cammino. Non vorrei essere come gli altri; io voglio vedere un mondo nuovo». E, come acutamente osservò Majakovskij chagalle - Chagall è la trascrizione francese di Sagal, abbreviazione del nome vero Mark Zakharovic Sagalov - in russo significa “camminare a grandi passi”, verso il cielo e la libertà di immaginare un mondo nuovo, potremmo aggiungere!


 
Si ringrazia Cinehollywood editore del filmato Chagall. Il maestro dei sogni