Partendo dalla figura di Antonia Pozzi, poetessa originale e appassionata, oggi riconosciuta come una delle voci più interessanti del Novecento (non solo italiano) e morta suicida a soli 26 anni nel 1938, Poesia che mi guardi vuole riflettere sul ruolo dell’artista nella società di allora e di oggi. Il film dà voce alla sua poesia e alla sua tormentata ricerca esistenziale, al disagio di Antonia Pozzi verso il suo ambiente sociale, la classe alto-borghese milanese, che le impediva di vivere in modo sincero e passionale e al malessere verso il mondo maschile che liquidava il suo talento poetico come “disordine emotivo”. Motore e voce narrante del film è Maria, una cineasta che, affascinata dalla Pozzi, ne studia l’opera e ricerca il mondo e i personaggi della sua vita. Decisivo per Maria è l’incontro con gli H5N1, un gruppo di studenti universitari che diffondono le loro poesie ìn forma anonima sui muri della città, nella convinzione che nelle nostre vite ci sia tanto e sempre più bisogno di poesia. Maria li coinvolge nel suo progetto: vorrebbe che la poesia di Antonia Pozzi, tramite i ragazzi, rinascesse a Milano, non più come espressione solitaria e intima, ma come momento condiviso. Vorrebbe che questa azione diventasse riscatto per Antonia Pozzi, dandole quel riconoscimento e quella visibilità che le erano stati negati in vita.
Marina Spada alterna il suo lavoro di docente presso la Scuola di Cinema di Milano con l’attività di regista e di produttore esecutivo. Ha esordito nel lungometraggio con “Forza cani”, e il suo lavoro successivo, “Come l’ombra”, è stato presentato alle Giornate degli Autori, nel 2006. Stilisticamente ricercato, “Poesia che mi guardi” per l’autrice vuole diventare “una riflessione sulla poesia e sulla sua necessità. “Amo la poesia e amo i poeti perché danno voce, coraggiosamente, a ciò che di solito è taciuto. Antonia Pozzi, in particolare, mi aveva fulminata perché la sua poesia è libera, carnale, sincera”.
Titolo: Poesia che mi guardi
Durata: 50’
Produzione: Miro Film