Docudrama prodotto da Kuangchi Program Service in collaborazione con Jiangsu Broadcasting Corporation
Giuseppe Castiglione (1688- 1766) artista milanese che deve
la sua fama ai suoi capolavori cinesi, costituisce un legame particolare tra la
Cina, Milano e l'intero occidente. Le sue opere sono custodite gelosamente nei
musei del palazzo imperiale di Taipei e di Pechino.
Questo docudrama prodotto da Kuangchi Program Service di
Taipei in collaborazione con Jiangsu Broadcasting Corporation, la più grande
società televisiva cinese in termini d’investimento in produzioni televisive
originali, è già stato messo in onda sulla TV cinese ed ha superato i 600
milioni di telespettatori.
Gao Wei, regista supervisore dell'intero docudrama e ormai
alla sua terza collaborazione con Kuangchi Program Service, dice che: "Rivisitare
Castiglione artista umile e allo stesso tempo di una profondità straordinaria,
è un'esperienza umana e spirituale impagabile. Abbiamo filmato a Pechino,
Milano, Genova, Parigi, Bruxelles, Taipei e intervistato artisti ed esperti di
diverse provenienze, tutti in qualche modo affascinati da Lang Shining (il nome
cinese di Castiglione)".
Il protagonista Ashok Zaman, attore australiano residente
a Shanghai che impersona Castiglione, è stato scelto al termine di un minuzioso
casting e si è detto onorato di interpretare l'artista milanese. A Milano il giovanissimo Giovanni Simone Barbieri
Ripamonti e Matteo Pozzi hanno impersonato Castiglione da bambino e da giovane.
Gli attori cinesi recitano i ruoli di quattro imperatori
(Kangxi, Yongzheng, Qianlong giovane e Qianlong adulto), sei concubine e tre
eunuchi. Vi sono poi diversi artisti stranieri fra cui Jean Candela, attore
francese che ha recitato la parte di Michel Benoist, l'architetto specializzato
nella realizzazione delle fontane dell'antico palazzo d'estate di Pechino, e i fratelli
Martinson che hanno rappresentato due artisti al seguito di Castiglione.
La parte drammatizzata delle riprese è avvenuta negli studi
cinematografici di Hengdi -dove è completamente ricostruita la città proibita
di Pechino- e di Wuxi - dove le maggiori produzioni cinematografiche cinesi
sono filmate e montate con tutta la conseguente post produzione digitale.