Il film “Il pane a vita” racconta che cosa accade nella vita di tre donne, tre ex operaie, quando chiudono
i cancelli della fabbrica, in cui pensavano di aver trovato il pane a vita, cioè di lavorare fino alla
pensione. Il regista le ha seguite nella loro vita quotidiana per sei mesi, un inverno, e racconta di un
mondo, un territorio, una cultura del lavoro che cambia quando si chiude un luogo storico e
significativo per la Valle Seriana come l’azienda tessile dell’Honegger. Il film è nato dall’esigenza di dare
una voce a quelle 3.300 famiglie che hanno perso il posto per la crisi, che la Caritas, grazie al Fondo
famiglia lavoro della diocesi, ha incontrato in questi anni. In questo modo, speriamo, di contribuire a
generare, grazie all’apporto della Fondazione Bernareggi, cultura/educazione alla carità.
“C’era una volta, in Italia, il lavoro. Quello con i diritti e le garanzie, su cui generazioni di Italiani hanno
fondato e costruito le loro vite, le loro famiglie. C’era una volta, e non c’è più. La crisi economica sta
dando il colpo di grazia ad un modello già da tempo messo all’angolo. Ma su quello che resta del lavoro
con garanzie e diritti, consolidato in piccoli e saggi capitali familiari si regge tuttora l’economia del
Paese.
La vicenda della Honegger, e di Lara, Liliana e Giovanna è paradigmatica di un passaggio che riguarda
l’Italia intera, che ha perso un quarto della sua capacità industriale negli ultimi cinque anni. Un
passaggio che l’Italia non ha ancora lucidamente affrontato: ora che è finito il pane, come ci
reinventiamo la vita?
Il vuoto che racconto non è solo nelle economie e nelle giornate delle protagoniste del film, ma nella
disillusione che provano nel vedere tradito un patto sociale che passava di madre in figlia, quello per cui
a lealtà corrispondeva un posto sicuro - il pane a vita - e, a duro lavoro, corrispondeva una dignitosa
pensione. Ed è un vuoto che non è stato riempito da riflessione ed azione collettiva, ma solo dalla
previdenza sociale - fino a quando potrà durare - e dall’indispensabile aiuto ed assistenza della
solidarietà.
Grazie alla mediazione della Caritas, all’interno della platea dei beneficiari del Fondo famiglia lavoro ho
incontrato molte vicende dure, di sofferenza materiale e morale. D’accordo con i coproduttori non
abbiamo però lavorato sul dolore, cercando di strappare pietà al pubblico. Abbiamo invece costruito il
film sulla forza e sulla dignità delle storie che abbiamo scelto; e l’abbiamo costruito assieme alle
protagoniste, grazie anche al metodo di documentario partecipativo di ZaLab. Non andate a vedere il
film per farvi commuovere; andateci perché Lara, Liliana e Giovanna hanno molto da insegnare - e vi
faranno anche divertire”.
Stefano Collizzolli, regista
Alla serata saranno presenti:
Stefano Collizzolli (regista), i produttori don Giuliano Zanchi (Fondazione Adriano Bernareggi) e Elena Catalfamo
Per informazioni:
Fondazione Adriano Bernareggi
Laura Zambelli, tel: 035 248772
- mail: zambelli@fondazionebernareggi.it