’900 Sfaccettature

In Novecento Italiano
Auditorium San Fedele 27 novembre - 4 dicembre 2018 ore 18.15

L’ambito dell’evento è la manifestazione culturale del Comune di Milano “Novecento italiano”, tre appuntamenti presso l'Auditorium San Fedele e il SIAM, Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri (Aula Magna, via Santa Marta 18)
in cui diverse voci racconteranno alcune delle sfaccettature delle arti, nel primo ’900 a Milano, che si snodano tra scultura e ceramica, pittura e architettura, lo spazio della tela e il suo oltre.

SIAM - 20 novembre 18.15/19.30

“Scultura e ceramica nella Milano del Novecento”
con Raffaella Ausenda e Simona Bartolena

La conferenza prende avvio dal noto periodo Déco, epoca nella quale la contaminazione tra arte e industria raggiunge livelli di straordinaria qualità, per avventurarsi nell'esplorazione dell'impiego della ceramica nell'arte nel secondo dopoguerra. Partendo da due straordinari maestri quali Lucio Fontana e Fausto Melotti, il discorso si apre alla diffusione del materiale ceramico nella scultura contemporanea, spesso usato come luogo di sperimentazione tecnica. Protagonisti dell'incontro, oltre ai già citati, saranno artisti quali Nanni Valentini, Giuseppe Spagnulo, Carlo Zauli, Leoncillo ma anche Piero Manzoni, che impiegò il caolino in ambiti non tradizionali.

 

Auditorium San Fedele - 27 novembre 18.15/19.30
“Milano: la città che sale, la città che cambia”
con Stefano Zuffi e Simona Bartolena

Lo snodo è tra l’immagine e la realtà, dove la trasformazione di Milano durante i primi decenni del Novecento, percepita dagli artisti ed elaborata nelle diverse e nuove forme che il linguaggio del Futurismo stava indagando, viene registrata da una architettura che ne coglie le evocazioni espresse e le traduce in grandi progetti nell’urbanistica e nell'architettura.

 

Auditorium San Fedele  - 4 dicembre 18.15/19.30
“Fontana e il sacro: un desiderio di luce”
con Chiara Gatti e Andrea Dall'Asta

Un capitolo straordinario nella storia della creatività a Milano, testimoniato da un arcipelago di capolavori di Fontana. Il suo intervento era richiestissimo: dai musei, per gli allestimenti temporanei, dai privati, per le loro case borghesi e anche per commesse d'arte sacra. Lucio Fontana ha unito alle sue ricerche monocromatiche la volontà di un ritorno a un’origine mitica, a un puro gesto che lacera, per rinviare a un “oltre” la superficie della tela. Le sue ricerche sulla potenza espressiva del gesto sono fondamentali anche per comprendere la sua produzione sacra, certamente tra le più interessanti del XX secolo.