Costruito attorno al rapporto trentennale che ha legato tra
loro due dei maggiori filosofi del Novecento, Derrida e Lévinas, il testo di
Petrosino si concentra sul soggetto umano della cui esperienza evidenza i
tratti essenziali. Evitando da una parte il tono apocalittico di molto
anti-umanesimo contemporaneo che si è spesso compiaciuto di celebrare l'era
delle fini (morte di Dio, fine della storia, assenza di verità, ecc.), ma
d'altra parte prendendo le distanze anche da quella facile retorica umanistica
che si è spesso accontentata di ripetere le parole d'ordine, con preferenza per
le maiuscole, dell'Anima, dello Spirito, della Persona, ecc., questo saggio
arriva a delineare un'originale antropologia filosofica all'interno della quale
la scena umana emerge come quella di un dramma irriducibile tra la pulsione a
distruggere e la chiamata ad accogliere.
Silvano Petrosino insegna Teoria della Comunicazione e
Filosofia Morale all'Università Cattolica di Milano e Piacenza. Noto a livello
internazionale come uno dei più seri studiosi del pensiero di Lévinas e
Derrida, è autore tra l'altro di: La verità nomade. Introduzione a Emmanuel
Lévinas (Milano 1980, Paris 1984); Jacques Derrida e la legge del possibile
un'introduzione (2a ed Milano 1997, Paris 1994); Lo stupore (Novara 1997, Madrid
2001); Il sacrificio sospeso (Milano 2000, Paris 2008); Il dono (in
collaborazione con P. Gilbert, Genova 2002, Bruxelles 2007, Belo Horizonte
2008); Babele. Architettura, filosofia e linguaggio di un delirio (Genova 2003,
Paris 2010); Piccola metafisica della luce (Milano 2004); Capovolgimenti. La
casa non è una tana, l'economia non è il businnes (Milano 2008); La scena umana
(Milano 2010); Visione e desiderio. Sull'essenza dell'invidia (Milano 2010); L'eros
della distruzione, seminario sul male (in collaborazione con S. Ubbiali, Genova
2010).