La conferenza s’incentra sull’arte liturgica presente nelle
nostre chiese. Quale arte oggi si propone di esprimere i contenuti della fede
cristiana, incarnando la spiritualità del tempo? Quando entriamo in una chiesa
antica o contemporanea, restiamo troppo spesso costernati nel trovarci di fronte
a rappresentazioni di «plastica», a pallide ombre che vorrebbero rievocare le
testimonianze trionfali della nostra tradizione cristiana. Immagini seriali, prefabbricate,
superficiali, disincarnate. Un mondo vuoto, senza contatto col reale. Troppo
spesso, gli spazi sono poi violati nella loro secolare armonia. La presenza
ingombrante di qualcosa di incongruo e d’invasivo, che non riesce a integrarsi,
emerge con prepotenza come una dolorosa ferita. Tra le diverse espressioni
figurative contemporanee, in un’imbarazzante mediocrità delle proposte, esiste
tuttavia un comune denominatore: lo sguardo rivolto al passato. Che si tratti
di un’attenzione alla ricreazione di uno sfolgorante neo-bizantino, oppure di
una brillante rivisitazione di modelli rinascimentali o di virtuosi stilemi
barocchi, colpisce il modo con il quale l’immagine liturgica volta le spalle al
tempo presente. In breve, il rimpianto per il passato appare il tratto
dominante. Quali sono le proposte per il futuro?