Con la “conquista” dell’America, al seguito dei missionari
europei, giunsero nel Nuovo Continente alcuni artisti, con il compito di
decorare le chiese che si stavano costruendo ovunque e le abitazioni dei
governanti. Presto, la grande richiesta di opere d’arte impose la necessità di
formare alcuni artisti locali. In questo modo nacque in Cuzco (Perú) la più
importante scuola di pittura in America. I modelli da seguire furono il
Manierismo tardo rinascimentale e poi il Barocco. Le prime opere importanti
furono eseguite da alcuni italiani: il fratello gesuita Bernardo Bitti, dal
1575, poi Matteo Perez de Alessio e Angelino Medoro. Diego Quispe Tito,
l’artista più famoso di Cuzco, introdusse il paesaggio nella pittura peruviana
e inserì le sue figure in rigogliose vegetazioni irreali, con prospettive
distorte e l’aggiunta di uccelli tropicali, tutti elementi iconografici che poi
divennero caratteristici di quella Scuola. Poco alla volta gli artisti di Cuzco
si staccarono dai modelli europei e abbandonarono il mondo reale per inoltrarsi
nella fiaba. Così cominciarono a dipingere Arcangeli avvolti in abiti regali e
che impugnavano armi da fuoco, decorazioni preziose su tutti gli abiti,
raggiere dorate, ricche collane e gioielli sulle Madonne, dando origine al
“Barocco Andino”, o “Stile Meticcio”. I missionari, intanto, nella loro opera
d’evangelizzazione, trasformarono le divinità locali nella Trinità, nella
Madonna, negli Angeli e nei Santi. In questo modo si permise il mantenimento e
la trasmissione dei miti religiosi originali, determinando la creazione di una
precisa iconografia locale.