FRANÇOIS BAYLE (1932)
Tremblement de terre très doux (1978)
ALESSANDRO CORTINI (1979)
Live A/V
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Regia acusmatica Giovanni Cospito
Regia audio Massimo Colombo
(ph. Emilie Elizabeth)
A illuminare l’ultima tappa della rassegna con una performance audiovisuale dal vivo, lunedì 4 dicembre, un altro grande artista italiano di fama mondiale: Alessandro Cortini. Celebrato non solo come tastierista della band industrial americana Nine Inch Nails, è l’unico musicista del nostro Paese entrato nella Rock and Roll Hall of Fame. Produttore meticoloso e polistrumentista eclettico, Cortini, che nasce come chitarrista rock, è specializzato nell’uso dei sintetizzatori, tra cui il recente Strega (da lui stesso ideato) che combina le funzioni di un sintetizzatore semi-modulare e un’unità di effetti in grado sia di generare suoni che di elaborare segnali esterni. Il suo studio di registrazione, da qualche anno vicino Lisbona, è ricco di strumentazione vintage, rarità e apparecchi arcani: imponenti sistemi modulari, drum machine a valvole, monitor di computer in disuso e altri macchinari d’annata. In studio come dal vivo, il suo lavoro attinge dalla kosmische degli anni ‘70, dall’immobilismo estatico dell’ambient e dalla profondità della drone music. Ciò che lo contraddistingue più di ogni stile, tuttavia, è il suo carattere sonoro, al tempo stesso antico e futuristico, così come il cromatismo quasi tangibile delle sue composizioni chiaroscurali.
In apertura della serata, una pietra miliare della musica acusmatica, “Tremblement de terre très doux”, realizzato da François Bayle nel 1978. L’opera si presenta come un vasto mosaico composto da undici tasselli. Il titolo – in omaggio al pittore Max Ernst – vuole evocare il mondo delle immagini sonore sintonizzate sulla fantasia di relazioni inaspettate. Nella presentazione del brano, il musicista francese scrive: “lo strano proviene da ciò che è familiare. Che cosa ricordano ed evocano questi rullii, questi mormorii, questi slanci sonori, questo canto, queste giravolte pacifiche, queste deflagrazioni improvvise, queste riprese calme? Le proprietà sotterranee dell’ascolto spingono dolcemente le idee… Il viaggio dell’opera potrebbe anche rappresentare lo svolgersi drammatico di un giorno (di una vita?), dall’alba fino al tramonto, passando per incontri ansiosi. La ‘narrazione’ organizza valori musicali regolati dove trovano equilibrio, si adattano e si susseguono timbri armonici, spazi chiusi, movimenti ovattati, luccichii, un momento di panico e una ripresa nel registro grave che rimane in sospeso…”
BIOGRAFIE
François Bayle
Dopo una infanzia in Madagascar e una formazione da autodidatta a Parigi negli anni ’50, si unisce nel 1958-60 al Gruppo di Ricerca Musicale (GRM) e a Pierre Schaeffer.
Nel 1966, diventa responsabile del GRM, poi in seguito all’unione, nel 1975, del GRM con INA, diventa direttore del dipartimento Ina-GRM sino al 1997. È il compositore che ha avuto più influenza sulla formazione di alcuni concetti fondamentali per la musica acusmatica, come l’ideazione dell’acousmonium (1974) e la fondazione dell’Acusmathèque (1991).
Dagli anni ’60 ha una produzione regolare di musica acusmatica. Lui stesso definisce le tappe del suo cammino come “utopie dove si esplorano le genesi dei movimenti sonori, la grammatica della loro formazione, le loro relazioni con gli avvenimenti del mondo fisico e psichico”.
L’originalità del percorso di Bayle è cosi sintetizzabile: tutta la sua attività musicale è consacrata all’esplorazione del mondo « acusmatico », usando un’espressione che lui stesso ha generalizzato. Un ampio campo in seno al quale si muove l’ammiratore appassionato di Jules Verne, Paul Klee, Gaston Bachelard, René Thom. Ed è cosi un esploratore, proiettato nel futuro attraverso la deliberata scelta del materiale attorno al quale organizza la sua creazione, inserito nella realtà quotidiana e ben concreta dei numerosi compiti legati alla scoperta e allo sfruttamento del proprio campo di esplorazione, anche come responsabile del Groupe de Recherches Musicales (INA-GRM) dal 1966 al 1997.
Alessandro Cortini
Musicista, produttore, compositore e ideatore di strumenti, è una delle figure più importanti della musica elettronica contemporanea. Nato in Italia e residente a Lisbona dopo molti anni negli Stati Uniti e a Berlino, Alessandro Cortini è apprezzato in tutto il mondo come membro del rivoluzionario gruppo rock industrial Nine Inch Nails, dove scrive e arrangia le parti di elettronica. Più recentemente è tornato allo strumento che ha catturato la sua attenzione in gioventù, la chitarra. Mentre registra o è in tour con i NIN, Cortini coltiva diversi progetti solisti, saliti alla ribalta e ricevendo il plauso della critica. Con il moniker Sonoio ha pubblicato una serie di album synth-pop. Sotto gli alias di Skarn e Slumberman ha creato un mondo parallelo di musica elettronica con l’inimitabile stile per cui oggi è riconosciuto. Le collaborazioni con Merzbow, Don Buchla e Lawrence English hanno mostrato nuovi aspetti dell’arte di Cortini che catturano la sua capacità di sperimentazione. Ma l’apice della sua produzione si avverte con maggior passione nei lavori pubblicati sotto il suo vero nome, a partire dal trittico di album per Important Records, “Forse 1” del 2013, a cui hanno fatto seguito “Forse 2” e “Forse 3”. Pezzi drone accuratamente sagomati evolvono senza sforzo con acuto senso del pop: è quanto si delinea nei due album usciti su Hospital Productions di Dominick Fernow nello stesso periodo, “Sonno” e “Risveglio”, opere che abitano un terreno più oscuro e astratto. Con “Avanti” nel 2017 si entra in modo esplicito in una dimensione più intima, qualcosa di già percepito ma rimasto finora sfocato e ai margini. La capacità di Cortini di immergersi in una musica profondamente toccante è sostenuta e messa in tensione grazie all’uso di strumenti analogici nella produzione dell’album. Nel 2019 ha firmato con la prestigiosa etichetta indipendente Mute per l’ottavo album in studio, “Volume Massimo”, ed il suo seguito, “Scuro Chiaro” del 2021. Due importanti nuovi capitoli nella sua carriera discografica in cui emerge l’equilibrio tra composizione analogica e dissonanza catartica nella sfera della beatitudine, in particolare quel tipo di elettronica profonda, malinconica e raffinata che lo contraddistingue.