Buster Keaton: The Cameraman (1928)

Cinema Muto & Live Music
Auditorium martedì 17 marzo 2015, 20.45
lingua originale con sottotitoli
The Cameraman
Anno     1928
Durata     80 min
Regia     Edward Sedgwick, Buster Keaton
Sceneggiatura     Clyde Bruckman, Lew Lipton
Produttore     Buster Keaton, Lawrence Weingarten

Attori e personaggi:
    Buster Keaton: Buster Shannon
    Marceline Day: Sally
    Harold Goodwin: Harold

Sonorizzazione:
Gabriele Mirabassi, clarinetto
Peo Alfonsi, chitarra

Due grandi improvvisatori per sonorizzare il film più moderno di Buster Keaton. Il clarinettista Gabriele Mirabassi è uno dei massimi virtuosi odierni del suo strumento, presente sulle più importanti scene internazionali del jazz, in particolare in Brasile.

La rassegna CINEMA MUTO & LIVE MUSIC di quest’anno è dedicata a Buster Keaton con la scelta di tre film muti tra i più rappresentativi della sua produzione. Nel cinema di Buster Keaton, il personaggio da lui creato è caratterizzato da un misto di sprovveduta imperturbabilità, di comicità e di pathos. Nei tre film presentati nella rassegna, i lungometraggi più riusciti e compiuti della sua produzione, colpisce la determinazione del protagonista nell’affrontare le più improbabili avversità. È una costante, nel dispiegamento delle tre trame, la perseveranza di B. K., con l’intento di portare avanti fino in fondo un suo progetto, una sua convinzione, un suo modo d’essere. Fedeltà a una promessa, a un impegno, a un sogno e la sorte gli arride e ricompensa nei finali tanta pazienza. Più che Happy End, le conclusioni dei suoi film sono una rappresentazione del possibile snodo vincente anche nelle situazioni che sembrano votate al tracollo. Metafora della perseveranza ricompensata nell’America degli anni ’20. Scrive Keaton: nei miei film, io non ero né un barbone (Charlot) né un disadattato (Harold Lloyd): quando trovavo lavoro, la mia regola di condotta era di far del mio meglio per soddisfare, come se avessi avuto l’intenzione di fare quel lavoro per utto il resto della vita. Se mi capitava di guidare una locomotiva, cercavo di farlo bene: Chalrot, invece, l’avrebbe condotta verso il deposito più vicino e avrebbe lasciato perdere tutto.

SINOSSI The Cameraman
Un uomo vorrebbe fare il cameraman per conquistare una bella impiegata della MGM. I suoi filmati sono casuali, ma una scimmia filmerà per caso il suo atto di eroismo e lui conquisterà la bella. Primo lungometraggio di Buster Keaton: un capolavoro. Il cinema come riproducibilità tecnica, come arte d'avanguardia, come industria. I due innamorati, Hollywood e la massa impazzita, come Il giorno della locusta. Un saggio teorico geniale, e un film dal ritmo perfetto costellato da gag indimenticabili (Keaton che gioca tutti i ruoli di una partita di baseball da solo, il movimento verticale che lo accompagna mentre sale le scale di casa per rispondere al telefono).

COMMENTO
The Cameraman è il primo lungometraggio di Buster Keaton per la Metro-Goldwyn-Mayer, e il suo penultimo film muto. Sarà anche l'ultimo realizzato in condizioni di relativa indipendenza. Il muto sta finendo, il contratto firmato improvvidamente limita di fatto l'autonomia del comico, e dopo lo squilibrato Spite Marriage (Io… e l'amore, Edward Sedgwick 1929) inizierà un rapido e inarrestabile declino, tra alcolismo e drammi privati. Sebbene alcuni keatoniani preferiscano limitare il discorso metacinematografico del Cameraman, ponendo l'accento sul tema più generale e caro all'autore dei conflitti tra la realtà e l'illusione, la riflessione specifica sul cinema ‒ già presente in Sherlock Jr. (Calma, signori miei! o La palla n. 13, 1924) ‒ lascia trasparire qualcosa di più che un semplice pretesto illustrativo. È difficile, ad esempio, resistere alla tentazione di vedere nella sequenza della prima proiezione alla MGM un'affettuosa e raffinata parodia del cinema d'avanguardia; e nel finale, l'orgoglio tecnologico dell'operatore è spazzato via dalla semplice ‒ e straordinariamente premonitrice ‒ constatazione che l'atto di girare un film è alla portata di chiunque, persino di una scimmia. The Cameraman è anche il formidabile racconto della città moderna, oscillante tra pieni e vuoti nei quali Buster si barcamena, con la contraddittoria grazia di chi è al contempo vittima e sovrano, stretto nel minuscolo spogliatoio della piscina e sperduto nell'immenso campo di baseball, tra autobus e automobili, grattacieli e porte girevoli, viali gremiti di folla e poliziotti, sale di proiezione e bettole cinesi, scale scese e salite dal seminterrato al tetto, il tutto letteralmente per-corso a tambur battente. Emblematico in tal senso l'attraversamento fulmineo dell'intera città per raggiungere Sally ancora al telefono, cui Woody Allen mezzo secolo dopo rese un celebre omaggio in Manhattan.

The Cameraman è stato oggetto di un remake (Watch the Bird ‒ Prego sorrida, 1950) di Jack Donohue con Red Skelton, un comico popolare negli Stati Uniti, per il quale lo stesso Keaton lavorò in qualità di gagman.