CANTI DI SPERANZA

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CANTI DI SPERANZA 
Nel tempo difficile di crisi, incertezze e dolore che viviamo, San Fedele Musica propone una serie di Canti di Speranza riprendendo alcuni brani di musica sacra tratti dai concerti registrati nella Chiesa di San Fedele e composizioni strumentali e di musica elettronica eseguiti nell'Auditorium San Fedele nell'ultimo decennio.
La Speranza cristiana ha origine dalla predicazione di Gesù, nell'annuncio delle beatitudini. Le beatitudini elevano la nostra speranza verso il cielo come verso la nuova Terra promessa; ne tracciano il cammino attraverso le prove. Ma grazie a Gesù Cristo, Dio ci custodisce nella speranza che « non delude » (Rm 5,5). La speranza è l'« àncora della nostra vita, sicura e salda» (Eb 6,19-20). Si esprime e si alimenta nella preghiera, in modo particolarissimo nella preghiera del Signore, sintesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare.

CANTO DI SPERANZA #1
I
nno anglicano di Henry Purcell (1658-1695) "Close thine eyes", interpretato da Beatrice Palumbo nella Chiesa di San Fedele, giugno 2019. Il testo, parafrasando il Salmo 121, invita, prima della notte, ad affidarsi a Dio che veglia e non dorme mai: Thy soul is safe, thy body sure; He that guards thee, he thee keeps, Who never slumbers, never sleeps.

CANTO DI SPERANZA #2
Il famoso canone di Josquin des Près (1450-1521) a 24 voci reali ha per testo il SALMO 90: "Qui habitat in adjutorio Altissimi". Brano eseguito dal Coro da Camera di Varese diretto da Gabriele Conti nella Chiesa di San Fedele nel 2017. L'evolutissima tecnica contrappuntistica del musicista francese rimane al servizio di un superiore senso religioso ed espressivo legato al testo del Salmo. Il fitto e intrecciato tessuto musicale ha un valore figurativo che sottolinea il tema del testo: l’abitare fiducioso al riparo di Dio, l’entrare nell’intimità della sua protezione:
1 Tu che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
2 di' al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido».
3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
5 La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori della notte

CANTO DI SPERANZA #3
J.S. Bach: "Komm, Jesu, Komm", mottetto a doppio coro, interpretato nella Chiesa di San Fedele nel 2015 da Il Canto di Orfeo, diretto da Gianluca Capuano,
Nessun altro brano di musica sacra ha un inizio così coinvolgente e performativo, mediante un’aderenza al testo così intensa da provocare subito un’immedesimazione dell’ascoltatore con la quadruplice invocazione in crescendo implorando la venuta di Gesù: Komm, komm, komm, komm, Jesu, komm.
La preghiera di Paul Thymich (1656-1694) è rivolta direttamente a Gesù, preghiera di un uomo che rilegge la propria vita, in età avanzata, quando domina la stanchezza e la forza viene meno, riconsidera l’aspro sentiero della vita e giunge ad affidarsi nelle mani di Gesù, Drum schließ ich mich in deine Hände / pongo me stesso nelle tue mani. Di particolare rilievo la professione di fede mediante la citazione di un versetto del vangelo di Giovanni: du bist der rechte Weg, die Wahrheit und das Leben / tu sei la retta via, la verità e la vita. La conclusione del mottetto è serena, nella pace, con un corale semplice.

CANTO DI SPERANZA #4
MURCOF in concerto nell'Auditorium San Fedele il 13 gennaio 2020 nella stagione Inner_Spaces. L'artista messicano propone un itinerario musicale che attraverso atmosfere fosche e adombrate conduce a momenti di schiarite, a radure, ad approdi di speranza. Mediante allusioni al minimalismo di Arvo Pärt e Morton Feldman, la cifra stilistica di Murcof è caratterizzata da un raffinato e misterioso universo timbrico, in cui si congiungono un originale ambient lirico, il minimalismo spirituale, reminiscenze di musica classica con materiale registrato della pianista Vanessa Wagner e oscure filigrane glitch.

CANTI DI SPERANZA #5
Una preghiera del mattino della liturgia anglicana messa in musica da Henry Purcell (1658-1695) interpretata da Beatrice Palumbo nella Chiesa di San Fedele in giugno 2019.
Una preghiera, dice il testo, che vuole essere già al risveglio l'offerta migliore che l'orante possa fare a Dio, ricordando la vita passata e accogliendo con fiducia il perdono.di Dio.

CANTI DI SPERANZA #6
"Ostendis", opera di musica sacra di Matteo Giuliani, vincitore del Premio San Fedele per giovani compositori nel 2015, interpretata da Il Canto di Orfeo diretto da Gianluca Capuano, il 13 dicembre 2015 nella Chiesa di San Fedele. Il testo riprende l'inno di Sant'Ambrogio "Veni Redemptor gentium".
Nella prima parte, il brano vocale esprime lo stupore della nascita verginale di Gesù, l'attenzione si focalizza sulla frase iniziale dell'inno: Veni, redemptor gentium ostende partum Virginis (Vieni redentore delle genti, rivela il parto della Vergine). La seconda parte ruota sull'azione dello Spirito Santo nella nascita del Figlio di Dio: Non ex virili semine, sed mystico spiramine Verbum Dei factum est caro fructusque ventris floruit (Non da seme d'uomo, ma dall’arcano soffio dello Spirito il Verbo di Dio si è fatto carne ed è fiorito come frutto di un grembo.). La conclusione fa risuonare la tematica della luce, dello splendore che rifulge dalla mangiatoia di Betlemme: Praesepe iam fulget tuum lumenque nox spirat novum (Già rifulge la tua mangiatoia, la notte effonde una luce nuova). 

CANTI DI SPERANZA #7 CON J.S. BACH
Invenzioni a due e tre voci e alcune danze della Suite n. 4 per violoncello di J.S. Bach rielaborate da Mario Marzi e Achille Succi in un concerto nell'Auditorium San Fedele il 23 novembre 2015.

PRELUDIO della Suite n. 4 in mib maggiore BWV 1010
Il Preludio della quarta Suite è caratterizzato da ampi salti di registro, arpeggi spezzati e allo stesso tempo dall'emergere di una polifonia implicita che il Duo Marzi-Succi ricostruisce e rielabora. Caratteristica del brano è il suono grave generatore dell'armonia, un semplice mi bemolle crea l'illusione di un pedale d'organo che sostiene complesse e inusuali progressioni armoniche discendenti a pioggia dall'acuto. Il carattere è ieratico e solenne. La melodia al clarinetto basso, aggiunta dagli eseutori, trasforma il Preludio in un'Aria tipica delle Cantate di Bach.

ALLEMANDE della Suite n. 4 in mib maggiore BWV 1010
L’Allemande della suite n. 4 di Bach, riletta dal Duo Achille Succi – Mario Marzi. L’entrata del tema della danza viene preceduto da una corposa introduzione improvvisata con struttura ritmica quasi bebop, con accenti metrici dislocati ed effetti percussivi sulle chiavi e colpi di lingua. Il tema entra infine al sassofono con vigore, ma viene biforcato, raddoppiato, sdoppiato a volte ritorna all’unisono ai due strumenti, a volte sganciato come nell’arte cubista. Una rilettura ironica e giocosa, metamorfosi dall’austero movimento di danza dell’Allemande a una visione caleidoscopica dello stesso oggetto.

BOURREE della Suite n. 4 in mib maggiore BWV 1010
La Bourrée è l'ultimo movimento della rielaborazione della quarta Suite di J.S. Bach del Duo Marzi-Succi. Questa danza fa scivolare la Suite sul versante della scorrevolezza più piacevole, con carattere spigliato e ostinato che dopo l'esposizione diventa la base di una giocosa improvvisazione del clarinetto basso.

INVENTIONEN n. 6, BWV 777
Breve brano tratto dalla raccolta delle invenzioni a 2 voci di J.S. Bach rielaborato e riletto dal Duo Achille Succi e Mario Marzi. Il carattere sincopato del contrappunto innesta un sentimento di instabile itinerario discorsivo, di apparente mancanza di punti di appoggio, di fantasiosa sortita carnevalesca. Ironia e umorismo, pur sempre contenuto nell'ambito dell'invenzione contrappuntistica.

SINFONIA n. 11, BWV 797
Invenzione a tre voci, in forma di Siciliana, danza barocca ternaria in modo minore. Il brano di Bach è cantabile, pieno di pathos, con un dialogo intenso tra i due interpreti, costantemente sostenuta la melopea, a volte in linea unica a volte in diffrazione. 


REQUIEM DI CHERUBINI
Il Requiem in do minore di Cherubini eseguito l'anno scorso nella Chiesa di San Fedele dai Civici Cori, l'Orchestra della Civica Scuola di Milano diretti da Mario Valsecchi. Un canto in preghiera per i defunti della pandemia R.I.P.:
Requiem æternam dona eis, Domine;
et lux perpetua luceat eis.
exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet.
O Signore, dona loro un eterno riposo e splenda ad essi una luce perpetua.
Esaudisci la mia preghiera: a te verrà ogni mortale.