Auditorium San Fedele, Via Hoepli 3a LUN 26 Nov; LUN 10 Dic 2012; LUN 14 Gen 2013 ore 20.00
2012I - Lunedì 26 Novembre Stalker (1979)
II - Lunedì 10 DicembreAndrej Rublëv (1966)
2013III - Lunedì 14 Gennaio Nostalghia (1983)
Proiezione acusmatica: Giovanni Cospito e Dante Tanzi
(Prevendita dei biglietti per le proiezioni unicamente in Auditorium, tel. 02 86352231)
Per la prima volta, tre film di Andrej Tarkovskij verranno proiettati con un sistema audio di 40 altoparlanti (l’Acusmonium SATOR). Lo scopo non è quello di creare effetti fonici speciali o di aggiungere sonorità non previste dal regista. Si tratta di spazializzare, durante le proiezioni, unicamente le colonne sonore e il materiale audio dei tre film. L’Acusmonium non ha dunque la funzione di potenziare il suono, ma contribuisce a rendere più percepibile l’unità immagine/suono nell’esperienza cinematografica. L’elemento sonoro, nel linguaggio del cinema, viene spesso concepito come un elemento esterno, aggiunto successivamente al film, nella fase del montaggio. Non è così per Tarkovskij che auspicava, da parte dei registi, una maggiore compenetrazione tra suono e immagine: molto spesso usiamo le immagini come un linguaggio; il suono no, nonostante possa anch’esso venire impiegato in maniera non utilitaristica. Il cinema non è una realtà artificiosa, non è neanche un linguaggio di sintesi tra le varie arti, è piuttosto una realtà esperienziale, come spiegava il regista: “una persona va al cinema per cercare un’esperienza di vita, perché il cinematografo, come nessun’altra forma d’arte, allarga, arricchisce e concentra l’esperienza effettiva dell’uomo, e, per questo, non solo l’aumenta ma la rende, per così dire, più lunga, decisamente più lunga. Ecco dunque dove risiede l’effettiva forza del cinema.
L’Acusmonium integra maggiormente la parte sonora con l’immagine, creando all'interno della sala uno spazio acustico nuovo. Così l’insieme ha più unità, un’unità intesa come fedeltà alla realtà, e al tempo stesso la realtà del cinema è più presente, più vicina allo spettatore, più reale e naturale, seguendo un principio di Tarkovskij : “l’immagine cinematografica può incarnarsi solo in forme fattuali, naturali, di vita percepita attraverso la vista e l’udito”. Ma va sottolineato che tutto questo è al servizio degli interessi maggiori del regista. Da una parte, la questione del tempo, “la specificità del cinema è una scultura del tempo… usa la realtà (poiché il tempo è la realtà), usa le realtà del tempo che scorre”. E d’altra parte, il pensiero di Tarkovskij è aperto alla ricerca della profondità delle cose, al senso nascosto della realtà, e nell’artista, appunto, “si manifesta l’istinto spirituale dell’umanità, e nella sua opera l’aspirazione dell’uomo verso l’eterno, il trascendente, il divino, sovente a dispetto della natura peccaminosa del poeta stesso”.