L'uscita dei film The Artist di Michel Hazanavicius e Hugo Cabret di Martin Scorsese hanno riacceso l'interesse per il Cinema Muto come linguaggio vivo e attuale. San Fedele Musica presenta 4 film tra i più significativi degli ultimi anni del cinema muto, 4 classici irrinunciabili di J. von Sternberg (raramente visti in Italia) e F.W. Murnau. Tuttavia, oltre che da vedere, il Cinema Muto è anche da ascoltare, con musica live che sappia evidenziare i caratteri e i momenti salienti dei film.
Con il patrocinio di: Comune di Milano, Goethe-Institut Mailand, Forum Austriaco di Cultura
Biglietti, 4 € / 3 € (ridotto) Prevendita solo in Auditorium (via Hoepli 3a)
Informazioni: Tel.
02 86352231
sanfedelemusica@gmail.com
PROGRAMMA:
MER 22 Febbraio ore 20.30Underworld (Le notti di Chicago), di Josef von Sternberg (1927)
Alfonso Alberti, pianoforte
Musiche americane degli anni Venti, Fox trot, Charleston, Charles Ives, Ruth Crawford Seeger...
Un
film importante del cinema muto realizzato da Josef von Sternberg nel
1927, premiato con l'Oscar nella 1ª assegnazione degli Academy Awards.
Evaso dal carcere, il capogangster “Bull” Weed sospetta che la sua donna
“Feathers” McCoy e il suo luogotenente “Rolls Royce” l'abbiano tradito.
Il film è considerato il capostipite del genere gangsteristico.
Dominato da un senso cupo di fatalità e contrassegnato da un ammirevole
uso della luce, è un film in anticipo sui tempi. Molte sequenze da
citare: il ballo dei gangster e la scena in cui “Feathers” seduce “Rolls
Royce”. Il film è un poema sinfonico di paura e desiderio. La sua
densità drammatica è ancora intatta, come la capacità stilistica di
trasfigurazione mitica di una trita letteratura tardoromantica che colpì
Borges, fervido ammiratore di Sternberg e di questo film. Il pianista
Alfonso Alberti propone un inedito accompagnamento al film con un
raffinato collage di musiche americane popolari e colte degli anni
Venti.
MER 29 Febbraio ore 20.30Crepuscolo di gloria, di Josef von Sternberg (1928)
Presenta Sarah Pesenti
Paolo Oreni, organo
Musiche americane e russe degli anni Venti con improvvisazioni
Un
vecchio generale zarista (l’attore Emil Jannings) è costretto a
mendicare particine di comparsa nei film hollywoodiani. Un famoso
regista ed ex-rivoluzionario russo, Leo Andreiev, riconosce il generale
in una fotografia e ordina che al vecchio venga data una parte nel film
che sta girando sul crollo della Russia zarista. La storia della
rivoluzione è raccontata mediante un flashback esteso, innescato dallo
sguardo triste del generale riflesso nello specchio del trucco. Si
ricorda chi era, un focoso generale imperiale, durante gli ultimi giorni
della rivoluzione. Poi si ritrova bruscamente di nuovo sul set di
Hollywood, dove deve recitare la parte di un generale zarista molto
simile al ruolo che ha realmente vissuto in Russia. Il regista, che era
stato rivale del generale in Russia, quando entrambi combattevano nei
campi opposti, nelle battaglie del 1917, vuole creare un replay
immaginario della rivoluzione, ma con i ruoli invertiti.
L'ex-rivoluzionario, come regista dittatoriale, costringe l'ex-generale
di ricostruire il trauma della sua caduta e sconfitta. Il film, con
l’esasperante intreccio di vita e finzione è una critica ironica della
macchina hollywoodiana e della funzione del cinema e dell’attore
cinematografico.
MER 7 Marzo 2012 ore 20.30Der letzte Mann (L’ultima risata), di Friedrich Wilhelm Murnau (1924)
Presenta Fabio Vittorini
Der letzte Mann - musica elettronica per il film omonimo di F.W. Murnau
musica di Federico Gardella
realizzazione informatica musicale: Carmine Emanuele Cella
viola d'amore: Marco Fusi
Una
delle vette del cinema muto, film rivoluzionario nell’uso della
cinepresa che, montata sul carrello o sulla gru, acquista una
straordinaria libertà di movimento e diventa personaggio dell’azione e
produttrice di senso. Il vecchio portiere di un albergo di lusso a
Berlino viene declassato a inserviente alla toilette e perde il diritto
d’indossare la livrea gallonata che gli dava prestigio e potere.
Umiliato, deriso, emarginato, ma poi un’eredità lo trasforma in un
cliente milionario dello stesso albergo. Così gli spetta l’ultima
risata, titolo italiano ma anche (The Last Laugh) inglese. Tolte le due
scritte ironiche all’inizio e alla fine (“un improbabile epilogo”), il
racconto è svolto senza l’ausilio di didascalie.
MER 14 Marzo 2012 ore 20.30Sunrise (Aurora), di Friedrich Wilhelm Murnau (1927)
Presenta Elena Dagrada
Jean-Luc Plouvier, pianista della Cineteca Reale di Bruxelles
Una
donna di città, in villeggiatura in campagna, seduce un uomo del posto e
lo spinge a organizzare l’assassinio della moglie, annegandola. Ma al
momento decisivo l’uomo rinuncia. Dopo un inseguimento la coppia,
immersa nel caos notturno cittadina, si ritrova, ma l’uomo rischia di
perdere la moglie per la seconda volta, durante una tempesta, mentre
ritornano a casa. In un’alba purificatrice si consuma il lieto fine. Per
Martin Scorsese si tratta di una superproduzione, un film sperimentale e
un poema visionario; per Truffaut è il più bei film di tutti i tempi,
secondo il suo autore è solo la storia di due esseri umani. Primo film
hollywoodiano e capolavoro di Murnau. Al regista interessa poco
raccontare una storia. Il tema è solo uno spunto per immergersi
nell’interiorità prima di un individuo (la prima parte è quindi la
descrizione di un inconscio distrutto da una passione che ha minato ogni
sua certezza) e poi, in tutta la seconda e terza parte, di una coppia
di innamorati. L’autore tedesco, in trasferta americana, non rinuncia
quindi al suo mondo, alla sua poetica (si pensi alle molte e splendide
sequenze notturne nella prima e terza parte), ma neanche al confronto
con nuove forme: il risultato è una perfetta fusione delle culture
europea e americana
La novità del ciclo consiste appunto nel proporre diversi approcci musicali di accompagnamento con i pianisti Alfonso Alberti e Jean-Luc Plouvier, l'organista Paolo Oreni e una nuova composizione di musica elettronica di Federico Gardella. E d'altra parte nell'accostamento tra J. von Sternberg e F.W. Murnau, entrambi di ambito germanico e attivi tra Vienna, Berlino e Hollywood negli anni Venti. I film
The last command di von Sternberg e
Der letzte Mann di Murnau permettono di strutturare un confronto tra i due autori, entrambi affidano il ruolo principale allo stesso attore (Emil Jannings), e d’altra parte raccontano la storia di due uomini al declino della loro vita. Poco prima dell’avvento del sonoro, i quattro film scelti, girati dal 1924 al 1928, possono essere annoverati tra le più alte realizzazioni della storia del cinema muto.
Sul piano musicale, l’accompagnamento per le quattro serate sarà diversificato e presenterà spunti inediti. Il pianista Alfonso Alberti inizierà martedì 22 febbraio con un raffinato collage di musiche americane popolari e colte degli anni Venti, tra cui la prima sonata per pianoforte di Charles Ives e vari pezzi delle compositrice Ruth Seeger Crawford, riscoperta di recente e considerata una delle più importanti artiste del Novecento. Seguirà il 29 febbraio un accompagnamento all'organo, con improvvisazioni dell'organista Paolo Oreni, partendo da musiche americane e russe degli anni Venti (legate alla tematica di The last command di von Sternberg). Al contrario di adesso, nell’epoca del cinema muto l’organo veniva spesso utilizzato per l’accompagnamento. La serata del 7 marzo è il momento più inedito della rassegna, dal punto di vista musicale. Il giovane compositore Federico Gardella ha scritto delle musiche elettroniche in ottofonia per Der letzte Mann di F.W. Murnau. Concluderà il ciclo Jean-Luc Plouvier, pianista della Cineteca Reale di Bruxelles, tra i più esperti accompagnatori di film muti in Europa, confrontato con lo splendido Sunrise di F.W. Murnau.