Genere:Commedia

CINEMA MUTO & LIVE MUSIC

YASUJIRŌ OZU – il dramma della gente comune
Auditorium 2 e 9 febbraio 2016 ore 20.45
testo/musica
CINEMA MUTO & LIVE MUSIC
YASUJIRŌ OZU – IL DRAMMA DELLA GENTE COMUNE

ore 20.45, Auditorium San Fedele
ingresso € 7 / € 4 ogni proiezione

presenta Emanuele Sacchi

Martedì 2 febbraio 2016
Il Coro di Tokyo (1931)
Fisarmonica e laptop: Simone Zanchini
Violino e live electronics: Eloisa Moncada 


Martedì 9 febbraio 2016
Capriccio Passeggero (1933)
Jean-Luc Plouvier, Pianoforte


Due film muti di Yasujirō Ozu degli anni Trenta con sonorizzazione live. Colpisce, nella produzione del primo Ozu, in particolare dal 1931 al 1935, quella svolta fondamentale che lo dirige verso lo shomingeki (dramma della gente comune), il genere cui progressivamente si dedicò in modo esclusivo. Dominante divenne anche il tema della famiglia, come testimoniano i due film muti presentati che segnano inoltre l’inizio del distacco dai codici del cinema americano (Chaplin e Lubitsch) e l’affermazione della propria singolare visione del mondo. Ne Il Coro di Tokyio (1931) Ozu si addentra con delicatezza nella vita reale di una famiglia con il padre impiegato che viene licenziato per aver difeso un collega. Il dramma della disoccupazione, dopo un tempo iniziale di stenti e umiliazioni, diventa un cammino che conduce la famiglia a una più grande unità, alla scoperta di relazioni più vere e alla testimonianza di solidarietà di un vecchio amico.  Lo stesso tono di delicato realismo è al centro di Capriccio passeggero del 1933. Qui l’ambiente è quello della periferia popolare di Tokyo. Si snodano con naturalezza, in una sceneggiatura perfetta, le relazioni che legano fra loro gli individui: l’amore, l’amicizia e il rapporto padre-figlio. Ozu riesce a dare voce agli ultimi, anche loro, inaspettatamente, realizzano cose grandi. A.P.

Dal punto di vista narrativo, spesso i film di Ozu presentano un andamento strutturale assai simile che prende le mosse da una situazione di apparente armonia, destinata a rompersi attraverso la rivelazione di una verità nascosta che determina così un momento di conflitto, cui però segue l'accettazione di questa nuova realtà e il conclusivo instaurarsi di un'armonia contrassegnata da un'autentica consapevolezza. È questa, per es., la struttura che regola i rapporti tra figli e padre in Umarete wa mita keredo, tra madre e figlio in Hitori musuko, tra figlia e padre in Banshun. Sul piano stilistico il cinema di Ozu si è invece affermato sia per la progressiva riduzione del suo lessico cinematografico a poche ed essenziali figure che evitano movimenti di macchina, dissolvenze e tutto ciò che il regista considerava un mero artificio tecnico, sia per alcune scelte che conferiscono ai suoi film una dimensione iconica affatto particolare. Tra queste, di rilievo l'uso insistito della posizione bassa della macchina da presa (da non confondersi con l'angolazione dal basso cara, per es., a Orson Welles), che sembra dare alle azioni dei personaggi un andamento quasi rituale, come se questi si muovessero su un palcoscenico; il montaggio che procede per dominanti e armonici, in cui l'oggetto principale di un'inquadratura diventa secondario in quella seguente, la quale si trova dominata da un nuovo elemento, destinato tuttavia anch'esso a una posizione subordinata nel piano successivo; i campi e controcampi nelle scene di dialogo ripresi con la macchina da presa che inquadra frontalmente i personaggi, quasi che le loro parole fossero rivolte agli spettatori; le inquadrature di transizione, ovvero quei campi vuoti che legano le scene di un film sospendendo il corso degli eventi e prolungando nel tempo i sentimenti e le emozioni suscitati nello spettatore da quanto è appena accaduto. Sono queste tuttavia soltanto alcune delle peculiarità espressive del cinema di Ozu, un regista che, come i più grandi, non adattò le sue scelte formali alle particolarità delle storie e ai personaggi rappresentati, ma le piegò a un universo espressivo che, nel senso letterale e traslato dell'espressione, costituisce una vera e propria visione del mondo.

Biglietti per ogni singolo evento: 7 € / 4 € (ridotto)
Prevendita online o in Auditorium (via Hoepli 3a)
Informazioni: Tel. 02 86352231    
musicasanfedele@gmail.com