Alessandro GRANDI (1580? - 1630)
VESPRO DELLA BEATA VERGIINE
per soli (S T), coro (SATB + SATB) e strumenti
2 violini, violoncello, violone e organo
I CIVICI CORI
Kaori Yamada, soprano
Luigi Biffi, tenore
Mikos Papp, Sean Galantini, violini
Alessandro Bono, Paolo Tomasini, violoncelli
Fabio Longo, contrabbasso
Marco Cortinovis, organo
Mario Valsecchi, direttore
In collaborazione con la Fondazione Milano e la Civica Scuola di Musica C. Abbado
Il ciclo SACRO IN MUSICA verrà inaugurato prima di Natale con il Vespro della Beata Vergine di Alessandro Grandi, compositore attivo a partire dal 1620 come vice maestro di cappella a Venezia al tempo in cui la carica di maestro di San Marco era ricoperta da Claudio Monteverdi. Alessandro Grandi successivamente si trasferì a Bergamo (1627) dove ricoprì la carica di maestro di cappella in Santa Maria Maggiore sino alla morte, nel 1630, causata dall’epidemia della peste.
La sua produzione comprende messe, mottetti, salmi, madrigali concertati ed una raccolta intitolata Cantate et arie a voce sola in cui appare per la prima volta il termine “Cantata”.
Grazie alla pubblicazione delle sue opere, la musica di Grandi è stata ampiamente diffusa e ha avuto una duratura influenza nel plasmare i rapidi sviluppi e cambiamenti che hanno avuto luogo nella musica agli inizi del XVII secolo. La qualità dei suoi salmi, specialmente gli ultimi, lo rendono, insieme a Monteverdi e Rovetta, uno dei più importanti compositori del suo tempo. Il suo Vespro della Beata Vergine è costituito da opere provenienti da varie collezioni stampate del Maestro e può essere considerato un modello per la pratica musicale del primo barocco in Italia.
Vespro della Beata Vergine
Deus in adjutorium meum intende
DOMINE AD ADIUVANDUM ME FESTINA a 8 voci
Antifona gregoriana: Dum esset rex in accubitu suo
DIXIT DOMINUS a 10 voci - Salmo 110
Alessandro Grandi: Virgo prudentissima
a voce sola (S) con Sinfonia di 2 violini
* * *
Antifona gregoriana: Laeva ejus sub capite meo
LAUDATE PUERI Quarti toni a 8 voci - Salmo 112
Archangelo Crotti: Sancta Maria
soprano e 3 instrumenti
* * *
Antifona gregoriana: Nigra sum sed formosa
LAETATUS SUM Secundi toni a 8 voci - Salmo 121
Alessandro Grandi: Ave mundi spes Maria
a voce sola (S) con Sinfonia di 2 violini
* * *
Antifona gregoriana: Jam hiems transiit
NISI DOMINUS Quinti toni a 8 voci - Salmo 126
Archangelo Crotti: Factum est silentium
soprano e tenore
* * *
Antifona gregoriana: Speciosa facta es
LAUDA JERUSALEM Octavi toni a 8 voci - Salmo 147
Alessandro Grandi: O quam speciosa
a voce sola (S) con Sinfonia di 2 violini
* * *
AVE MARIS STELLA
A voce sola con Sinfonia di 2 violini
Antifona gregoriana: Beatam me dicent
ALESSANDRO GRANDI
Allo stato attuale delle ricerche il luogo di nascita di Alessandro
Grandi, come pure la data, collocata presumibilmente negli anni
1575-1580, sono ancora imprecisabili, Lo stesso vale per le fonti e le
tap-pe della sua formazione musicale; l’apprendistato alla scuola di
Giovanni Gabrieli, avvalorato da affi-nità stilistiche riscontrabili in
talune sue opere, è ancora un’ipotesi. Il primo dato biografico certo e
registrato riguarda l’incarico di Maestro di Cappella all’Accademia
della Morte di Ferrara conferitogli nel 1597. Nel 1610 Grandi esercita
le stesse funzioni presso un’altra confraternita di Ferrara, l’Accademia
dello Spirito Santo e, dal 1615 al 1617, in Cattedrale. Risale al 1610
la prima opera data alle stampe: Il I° libro de Mottetti a 2-5 et 8 v.
con 1 Messa a 4 con il B. per sonare (Venezia 1610). A questa faranno
seguito numerose altre raccolte: Mottetti, Madrigali, Cantate, Arie
Salmi e 1 Messa. L’organico privilegiato fino al 1620 comprende poche
voci, da 2 a 4, e di questo genere di composi-zioni Grandi è oggi
considerato uno degli autori più rappresentativi.
Nel 1617 egli si trasferisce a Venezia dove viene assunto come cantore
in S. Marco. Nel 1620 ottiene l’incarico di Vice Maestro di Cappella
sotto la direzione di Claudio Monteverdi. La vicinanza al gran-de
cremonese è indubbiamente occasione di arricchimento e maturazione per
la sua sensibilità musi-cale; egli condivide e assimila la concezione
estetica e i tratti più significativi della Seconda Prattica
monteverdiana che rivendica all’Oratione il primato sull’Armonia. Al
periodo veneziano appartengono diverse opere date alle stampe: Motetti a
5 v. con le Letanie raccolti da P. Marcelli (ristampa con aggiunte,
Venezia, 1619); Celesti fiori, libro 5° dei suoi Concerti a 2-4 v.
raccolti da L. Simonetto (1619); Cantate et Arie a voce sola (1620);
Motetti a 1 e 2 v. con sinfonie d’istromenti partiti (1621); Madrigali
concertati a 2-4 v. per cantar e sonar nel clavicembalo. Libro 2, op. 11
(1622); Motetti a 1-4 v- con sinfonie (1625); Arie e Cantate a 2 e 3v.
(1626). In S. Marco la composizione di opere complesse, per ampio
organico vocale-strumentale, destinate alle più importatnti solennità,
era prevalentemente compito del Maestro di Cappella, mentre al Vice
Maestro competeva la produzione di composizioni per le esigenze
liturgiche ordinarie che comportavano l’impiego di un organico ridotto.
Lungi dal costituire una restrizione o un limite all’espressione della
propria creatività, tutto ciò permette a Grandi di porsi in luce come
esperto monodista. L’aggiunta alla voce sola di violini obbligati nei
Motetti del 1621 e 1622, se pur lo inserisce nella tradizione dello
stile concertato praticato in S. Marco già dai compositori della
generazione precedente, per l’attenzione e la funzionalità degli
interventi strumentali ai “gesti” dell’Oratione, lo qualifica come
esempio di forte innovazione.
Con la Terminazione del 18 marzo 1627 il Consiglio della MIA in Bergamo
elegge Grandi alla carica di Maestro di Cappella nella chiesa di S.
Maria Maggiore. Dal verbale si apprende che è lo stesso musicista ad
avanzare la propria candidatura. Una lettera del 1628 indirizzata ai
Reggenti della MIA ci permette di conoscere le ragioni che lo hanno
invogliato a lasciare Venezia, rinunciando così ai vantaggi offerti da
un centro musicale attivo come la Serenissima: punto di riferimento per
musicisti italiani ed esteri, luogo d’incontro e crocevia di tante
esperienze artistiche, sede di un’editoria musicale tra le più
produttive d’Europa. La grandezza del carico…, et l’occasione…di poter
provvedere le cose appartenenti al vitto con minor spesa … che in
Venetia, furono reputate, con un occhio alla professione e uno alle
necessità di una numerosa famiglia, ragioni sufficientemente valide per
operare tale scelta con la quale recide l’opportunità di lavorare a
stretto contatto con Claudio Monteverdi per rinchiudersi in una città di
provincia come Bergamo. L’esperienza bergamasca di Alessandro Grandi
sarà, purtroppo, di breve durata; nel 1630, a soli tre anni dalla sua
elezione, egli muore di peste con tutta la sua famiglia.