DOM 1 dicembre VERDI, MANZONI E NERI
I CIVICI CORI
Chiesa di San Fedele ore 17
testo/musica
La stagione 2013/2014 di San Fedele Musica celebra con un eccezionale concerto vocale la ricorrenza del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e la recente risistemazione delle cripta della Chiesa di San Fedele.
Più che soffermarsi su alcune opere importanti di Verdi, il programma propone un percorso del tutto originale. Si è voluto rievocare un contesto musicale milanese dell’epoca del giovane Verdi, legato a Manzoni e alla Chiesa di San Fedele. Di Verdi verrà eseguito il Pater Noster volgarizzato da Dante a 5 voci, scritto nel 1879. Il resto del programma è invece centrato sull’opera sacra di un grande musicista contemporaneo di Verdi, Benedetto Neri, attivo alla Scala ma anche al Duomo e alla Chiesa di San Fedele. Di particolare importanza la sua collaborazione con Alessandro Manzoni di cui ha scritto le musiche per le strofe per una prima comunione del 1832. Tutte le opere di Neri presentate nella serata sono inedite, archiviate in alcune biblioteche milanesi, e sono state eseguite nella Chiesa di San Fedele quando Neri ne era maestro di cappella. Occasione unica per una scoperta della Milano musicale all’epoca del giovane Verdi.
Al termine del concerto, sarà possibile per il pubblico visitare in anteprima la cripta restaurata della Chiesa di San Fedele e ammirare il nuovo allestimento permanente con opere di L. Fontana, J. Kounellis e S. Shanahan.
PROGRAMMA
Benedetto Neri (1771 - 1841)
Magnificat
per soli, coro e organo
Rubum quem viderat
Antifona post Magnificat a 4 soli
Gloria in excelsis
a 4 concertato
Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
Pater noster volgarizzato da Dante
a 5 voci
Benedetto Neri
per una prima Comunione su versi di Alessandro Manzoni:
- Si, Tu scendi
- Questo terror divino
- Con che fidente affetto
per 2 voci femminili e organo
Dixit Dominus
per soli, coro e organo
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I CIVICI CORI
Francesco Girardi, maestro preparatore
Loris Peverada, preparatore solisti
Eunyoung Shin, Angela Alesci, soprani
Marta Fumagalli, mezzosoprano
Jaime Andres Navarro, tenore
Junghoon Chae, baritono
Luca Garro, organo
Tommaso Fiorini, contrabbasso
Mario Valsecchi, direttore
SINTESI
Doveroso omaggio a Giuseppe Verdi (1813-1901), in occasione del bicentenario dalla nascita, e alla Milano della sua giovinezza. In programma un’unica opera del maestro di Busseto, il Pater Noster volgarizzato di Dante del 1879. Magnifico brano corale per 5 voci miste di toccante bellezza che non ha nulla di teatrale ma la capacità di reggere una tensione emotiva dal “Padre nostro che nei cieli stai” all’Amen finale. La storia di quest’opera ci svela un curioso falso riguardo alla pretesa paternità dantesca del testo. Il Pater Noster venne eseguito alla Scala sotto la direzione di Franco Faccio il 18 aprile 1880. Verdi ne dava notizia al pittore Morelli aggiungendo: " E sono versi (giù il cappello) di Dante!! ". Inoltre, fin dal 31 luglio 1879, al musicista tedesco Ferdinand Hiller aveva scritto: " Mi decisi poi a fare il Pater noster a cinque voci tradotto da Dante stesso, e che trovasi appunto nelle sue Opere Minori da cui voi traeste il vostro De Profundis ". Ora i testi musicati da Verdi non sono sicuramente di Dante, ma il compositore li trovò attribuiti a Dante in una delle edizioni antiche o anche ottocentesche delle Rime, che li contenevano. La musicologia non ha mai rilevato questo particolare. Del Padre nostro dei superbi nel canto XI dell’Inferno non c'è, nel testo musicato da Verdi, che il primo verso: O Padre nostro, che ne' cieli stai; in seguito le terzine procedono per conto loro, con altre rime e altri concetti, parafrasando la preghiera tradizionale.
Il concerto è centrato su alcune opere sacre eseguite nella Chiesa di San Fedele negli anni Trenta dell’Ottocento di Benedetto Neri (Rimini, 1771 – Milano, 1841), apprezzato operista e maestro di cappella del Duomo e di San Fedele. Spiccano un Magnificat e le Strofe per una prima comunione, su testi di Alessandro Manzoni. Riguardo al Magnificat, tra le opere più riuscite di Benedetto Neri, il trattamento organistico risente molto delle caratteristiche foniche e strutturali degli organi dell'inizio dell'800 e, soprattutto, dello stile "orchestrale" imperante. Non mancano, però, estesi contrappunti che denotano la scienza compositiva di Neri e la convivenza dell'antico stile ecclesiastico accanto allo stile teatrale.
Le "Strofe per una prima comunione” sono legate ad Alessandro Manzoni che abitualmente frequentava la Chiesa di San Fedele. Nell'aprile del 1832 il preposto della Chiesa di San Fedele, Giulio Ratti, chiese a Manzoni dei versi da far cantare, musicati, ai giovani comunicandi di quell’anno. Il poeta scrisse 3 strofe che verranno musicati da Benedetto Neri: amico Si Tu scendi - Ostia umil - Questo terror. Verranno eseguite l'anno dopo, nel 1833, per la Comunione di Enrico, figlio di Manzoni. Le strofe vennero pubblicate nel 1855 in Opere Varie.
Il
linguaggio musicale praticato da Neri nelle composizioni “da chiesa”,
sia nella conduzione melodico-ritmica delle parti solistiche e corali
sia nel trattamento dell’organo accompagnante (dalla fonica e dalle
possibilità esecutive d’ispirazione orchestrale, caratteristiche
dell’arte organaria lombarda del tempo), risente in misura pregnante dei
modi propriamente teatrali; questo a dimostrazione di quanto l’Opera
fosse imperante nel gusto popolare, così tanto da essere accettata e
desiderata, nelle tipologie del suo proprio linguaggio, anche in ambito
liturgico. Non va dimenticato, poi, che spesso il maestro di cappella si
dedicava anche alla composizione di Opere per il teatro; Neri, e, prima
di lui Fioroni, Monza e Sarti – per citare solo alcuni che lo hanno
preceduto nell’importante incarico in duomo – ne sono una dimostrazione.
Accanto a questa “modernità” linguistica, che ha nell’eleganza delle
linee melodiche e nell’energia dei ritmi i suoi punti di forza, convive
la pratica dell’antica tecnica contrappuntistica “alla Palestrina”,
della quale anche i compositori d’Opere dimostrano conoscenza e
capacità. Il connubio, lungi dal mostrare contrasti stridenti nella
convivenza di “antico” e “moderno”, dimostra l’ampia ricchezza di
possibilità espressive, atte a “rendere” i contenuti e le narrazioni del
testo “sacro” in modo chiaro, articolato e pregnante, soprattutto
quando esplicitamente narrativo. Ma, più che favorirne la chiarezza del
racconto, ne suscita l’ideale rappresentazione, coinvolgendo nella
partecipazione psicologica all’azione esecutori e ascoltatori.
MV
BENEDETTO NERI (Rimini 1771 – Milano 1841)
Benedetto Neri fu musicista attivo prevalentemente a Milano, città in cui giunse in seguito alla nomina come professore al Conservatorio cittadino. In precedenza occupò per diversi anni il ruolo di maestro di cappella a Novara per poi a Milano entrare a far parte dell’organico fisso del Duomo. La sua produzione compositiva si intensifica in questi anni specialmente nell’ambito sacro. Tra le composizioni profane sicuramente da segnalare il dramma giocoso “ I Saccenti alla moda” su libretto di Angelo Anelli che venne presentato nel 1806 alla Scala.
Ampia la sua produzione religiosa che comprende svariate messe, inni e mottetti da ricordare lo splendido Magnificat e su testo di Alessandro Manzoni, le "Strofe per una prima comunione" eseguite nella Chiesa di San Fedele.