DOPPIO RITRATTO: BACH-SCARLATTI

Sacro in Musica
Chiesa di San Fedele Domenica 7 giugno 2015 ore 17.00
PROGRAMMA

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
Vater unser im Himmelreich, BWV 737
preludio corale per organo

DOMENICO SCARLATTI (1685-1757)
Missa Quatuor Vocum (Misa de Madrid)

- KYRIE
- GLORIA


J.S. BACH
Allein Gott in der Hoh sei Ehr, BWV 675
preludio corale per organo

D. SCARLATTI
[Missa Quatuor Vocum]

- CREDO

J.S. BACH
Jesus Christus, unser Heiland, BWV 665
preludio corale per organo

D. SCARLATTI
[Missa Quatuor Vocum]

- SANCTUS - BENEDICTUS
- AGNUS DEI


J.S. BACH
Wer nur den lieben Gott lasst walten, BWV 690
preludio corale per organo

D. SCARLATTI
Nisi quia Dominus "Se il Signore non fosse stato con noi" (Salmo 123)
Mottetto

J.S. BACH
Meine Seele erhebt den Herren, BWV 773
preludio corale per organo

D. SCARLATTI
Magnificat


Quartetto Vocale Sesquialtera
Anna Milani, soprano
Elisa Carù, contralto
Matteo Magistrali, tenore
Andrea Zanzi, basso

Francesco Catena, organo

La produzione sacra di Domenico Scarlatti comporta solo poche partiture, scritte tra Roma e Madrid. Tuttavia, colpisce l’attitudine del musicista nell’accostarsi ai testi liturgici: rinuncia alle trovate operistiche che nel suo tempo quasi tutti introducevano nella musica da Chiesa e modella ogni brano con oculato rispetto in contrappunto rigoroso e in stile antico. Sorprendente, ad esempio, la Misa Quatuor vocum, scritta a Madrid negli ultimi anni della sua vita. Egli opera un ritorno alla musica sacra nello stylus antiquus, all’interno del quale, nel 1752, nella lettera al duca di Huescar, aveva rivendicato i suoi meriti, ritenendo da essa esclusi i moderni compositori “teatristi”, vale a dire gli operisti contemporanei, che ormai non conoscono più “la vera legge del contrappunto.”
Musicalmente la Messa, conservata nella biblioteca reale di Madrid, è l’ultimo saggio di una grande maestria nello stile contrappuntistico e nella fitta grana delle imitazioni costruisce un ordito di grandissima eleganza, luminosità ed equilibrio, ove, lungi dal teatro sonoro e dai ritmi delle sonate, la parabola compositiva di Domenico Scarlatti si chiude con un’ultima, composta preghiera, affidata alle melodie di una polifonia senza tempo.
Dal canto suo il Magnificat è caratterizzato da numerosi passaggi contrappuntistici che lo avvicinano maggiormente alla scuola napoletana facente capo a Francesco Durante, mentre l’influenza dei concerti grossi di Corelli appare abbastanza chiara nel Laetatus sum, con il “ripieno” rappresentato dal coro ed il “concertino” che in questo caso non è affidato agli strumenti, ma alle due voci femminili.


Parole Chiave
Musica