HARMONIA SACRA

Arie sacre di Purcell, Haendel e Bach
Chiesa di San Fedele Domenica 27 aprile 2014 ore 17
testo/musica
Karin Selva, soprano
Cecilia Farina, organo

Henry Purcell (1659-1695)
- Sleep Adam, sleep and take thy rest Z 195 aria per soprano e b. c.
- Tell me, some pitying angel  Z 196  aria per soprano e b. c.
- Now that the sun hath veiled his light  An evening hymn on a ground Z.193 aria per soprano e b. c.
- Voluntary in re minore Z 718 per organo
- How long, great God Z 189 aria per soprano e b. c.
- The hearth trembled Z 197 “On our Savior’s Passion” 1683 aria per soprano e b. c.
- Lord, what is man Z 192 aria per soprano e b.c.
- Voluntary in do maggiore per organo

Johann Sebastian Bach  (1685-1750)

- Komm in mein Herzenshaus, aria per soprano e b.c.(dalla cantata no. 80)
- Öffne dich mein ganzes Herze, aria per soprano e b.c.(dalla cantata no. 61)
- Liebster Jesu, wir sind hier BWV 731, Corale per organo

Georg Friedrich Haendel  (1685-1759)
 
- Amen in Fa maggiore, HWV 270, per soprano e b.c.
- Alleluja-Amen in la minore, HWV 274, per soprano e b.c.



   Il programma è impaginato su  musica sacra per soprano e organo, in parte di rara esecuzione, di tre compositori che rappresentano le vette del Barocco inglese e tedesco: Henri Purcell, Johann Sebastian Bach e Georg Friederich Haendel.
   La fama di Henry Purcell (1659-1695) al di fuori dei confini inglesi è legata soprattutto ai capolavori teatrali, primo tra tutti Didone ed Enea. La musica sacra è un aspetto meno conosciuto dell’attività professionale del compositore, indispensabile per tracciarne un ritratto più approfondito e vivido. Non va dimenticato che l’impiego principale di Purcell durante la sua breve vita fu quello di organista dell’Abbazia di Westminster e della Cappella reale. Le opere per organo si inquadrano dunque nell’ambito di quei prestigiosi incarichi.: un posto di organista esigeva infatti l’improvvisazione di brani solistici (voluntaries) e di pezzi basati su inni e toni salmodici.
   Per contro, le arie sacre sono strettamente legate alla tradizione devozionale diffusasi  in Inghilterra durante il Puritanesimo (soprattutto tra il 1645 e il 1660), riscontrabile nei testi profondamente personali, di carattere per lo più penitenziale, intimo, meditativo, lontano dal contesto delle celebrazioni liturgiche pubbliche. La musica di Purcell si attaglia magistralmente ai versi, pii e al contempo eruditi, eliminandone le debolezze formali e concettuali, grazie alla ricchezza delle invenzioni melodiche, ritmiche e armoniche, nonché alla  libertà di fraseggio e di declamazione.
   Gli aspetti formali e stilistici delle arie sacre di Purcell sono infatti quanto mai vari: il tratto prevalente è la libera declamazione del recitativo o dell’arioso, spesso di impressionante teatralità: in Tell me, some pitying angel, vero capolavoro del genere, la Madonna disperata supplica l’arcangelo Gabriele di aiutarla a ritrovare il piccolo Gesù che si trovava a disquisire coi dottori nel tempio; in How long, great God (The Aspiration) l’anima, prigioniera dell’incertezza e del peccato, invoca la liberazione in un lungo e commovente monologo. All’intensa declamazione, nelle arie si alternano episodi contrappuntistici e passaggi di agilità vocale (esemplare in tal senso Lord, what is man, che si conclude con un pirotecnico episodio di coloratura sull’Alleluja ). Da rimarcare poi l’uso del “ground”, cioè del basso ostinato, sul quale è impostata la dolcissima pagina Now that the sun: l’anima, all’ora del tramonto (che in senso figurato può essere inteso anche come  tramonto della vita), chiede di riposare tra le braccia di Dio, lodando la sua misericordia.

   In un  filone devozionale per molti aspetti simile, di adesione intima e  quasi sentimentale  alla fede legata alla corrente del Pietismo tedesco, si inquadrano le arie per soprano e basso continuo (tratte da cantate) e il corale per organo di Bach proposti nel programma. Komm in mein Herzenhaus appartiene alla Cantata BWV 80 Ein feste Burg ist unser Gott [Una rocca salda è il nostro Dio] per la festa della Riforma . «Stabilisci la tua dimora nel nel mio cuore.....scaccia il mondo e Satana» dice il testo dell’aria, intonata da Bach in un cullante 12/8 nella tonalità di si minore.
   Öffne dich, mein ganzes Herze è tratta invece dalla Cantata BWV 61 Nun komm, der Heiden Heiland [Vieni ora, redentore dei pagani] composta per la prima domenica di Avvento. Anche questo è un invito rivolto dal fedele alla propria anima affinché si apra completamente a Dio, lasciandogli tutto lo spazio per abitare in essa.
   Infine, la breve antologia bachiana si chiude con un corale per organo, Liebster Jesu, wir sind hier [Carissimo Gesù, siamo qui per ascoltare te e la tua parola] BWV 731. Una pagina di altissima poesia, dove la mano destra espone la melodia del corale  riccamente ornata, mentre la mano sinistra e il pedale delicatamente l’accompagnano e la contrappuntano.
   Il concerto si chiude con due brani di Georg Friedrich Haendel, che ci fanno idealmente tornare all’Inghilterra (come ben noto il grande musicista sassone lavorò e visse lungamente  a Londra, dove morì nel 1759 e venne tumulato, secondo le sue ultime volontà, nell’abbazia di Westminster).
   Gli Alleluja-Amen sono tra le rare composizioni sacre per soprano e basso continuo da lui composte, di carattere  prevalentemente virtuosistico  e  di coloratura vocale, particolarmente adatte al giubilo del tempo pasquale.