INNER_SPACES #8

Bernard Parmégiani - Asmus Tietchens/live
Auditorium lunedì 6 marzo 2017 ore 21.00
- Bernard Parmégiani

- Asmus Tietchens / Live

Regia acusmatica Giovanni Cospito
Regia tecnica: Filippo Berbenni

In collaborazione con Goethe Insititut Mailand

Ottavo appuntamento della stagione INNER_SPACES 2017, il ciclo di musica elettronica e arte audiovisiva con performance dal vivo che coinvolge alcuni tra i principali esponenti della ricerca elettronica. Serata in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, con il ritorno sulla scena milanese di Asmus Tietchens, in un nuovo progetto che conferma la sua propensione degli ultimi anni a un’arte essenziale e scarna, dal profilo unico, tutta centrata nella ricerca di un equilibrio tra suono, organizzazione temporale, dinamiche e silenzio.
Nella prima parte vengono proposti due brani degli inizi degli anni Settanta di Bernard Parmégiani. Occasione per approfondire la matrice acusmatica di INNER_SPACES, rassegna nata con lo scopo di valorizzare la dimensione dell’ascolto durante le performance di musica elettronica in una sala dotata di un acusmonium, impianto di diffusione per spazializzare il suono. “La Roue Ferris” e “L’oeil écoute” rappresentano le realizzazioni più riuscite del compositore francese nel suo intento di ricreare il moto perpetuo non nel senso dell’illusione musicale di un movimento ininterrotto ma cogliendo “l’istante perpetuo”.

APPROFONDIMENTI   
Dopo l’ultima tournée del 2011, ritorna in Italia, a San Fedele, il tedesco Asmus Tietchens, veterano della musica elettronica europea, classe 1947. Dagli anni Settanta fino ad oggi, il compositore di Amburgo ha sempre aperto gli occhi e gli orecchi sugli scenari musicali che emergevano nel corso degli anni (dal Kraut-rock all’industrial, dal glitch al noise, dal bruitage concret alle esperienze elettroacustiche), riuscendo tuttavia a trovare nelle sue numerose produzioni un suono e prospettive compositive personali, guidato da una visione dell’arte musicale rigorosa e coerente. Attivo fin dagli anni '60, Asmus Tietchens è specialista della registrazione e manipolazione dei suoni, caratterizzandosi per l'attitudine di spingere più in avanti possibile le barriere dell’udibile. Ha pubblicato oltre 70 CD per labels di tutto il mondo (Staalplaat, Multimood, line, aufabwgeen, Die Stadt, Soleilmoon, Korm Plastics, United Dairies, etc.) e ha collaborato con sound artists come Thomas Köner, Vidna Obmana, Okko Bekker, Achim Wollscheid. Nell'arco di 40 anni la sua musica si è evoluta dalle prime sonorità ritmiche degli esperimenti con recorders, tape loops, rythm machines, synth e suoni concreti, verso una libera manipolazione del suono con grande sensibilità per le fonti utilizzate.
In una intervista di qualche anno fa, l’artista puntualizzava che senso avesse per lui il “nuovo” in musica e il suono. “Il termine Nuovo è a doppio taglio. Rispetto alla musica elettroacustica, il nuovo è già stato inventato 60 anni fa. Non si può riscoprire continuamente il cerchio. Però si possono cambiare le strategie estetiche e integrarle con nuove idee. Nuovi strumenti (come i computer) non generano nuova musica, ma possono condurre metodi e tecniche alla perfezione, così come contribuendo a raggiungere altri sviluppi musicali. Inoltre, io sono del parere che l'equazione nuovo = buono non sia necessariamente esatta. Nuovo, per me, è prima di tutto una categoria e non una garanzia di qualità.
Il suono è una componente particolarmente importante e fondamentale delle mie composizioni. Accade spesso che mi ritrovo a lavorare sia sul suono di una serie di segnali sia sulla struttura del pezzo stesso. Il termine moderno "suono" veniva chiamato "tonalità di colore" in passato. In questo senso, Claude Debussy è stato il primo artista del suono all’inizio del Novecento.
Dal momento che io lavoro e compongo principalmente in studio molto coscienziosamente e con un piano distinto in mente, l'improvvisazione gioca un ruolo subalterno per me come compositore. Come ascoltatore, però, apprezzo molto le improvvisazioni riuscite di altri musicisti”.

Introduce la serata un dittico acusmatico di Bernarnd Parmégiani del 1970-1971. Due brani sulla tematica del moto perpetuo che hanno segnato una svolta nella carriera artistica del musicista francese. L'Œil écoute e La Roue Ferris, sono l’inizio di quel pensare la musica acusmatica come proiezione della coscienza, come rielaborazione del tempo e dello spazio partendo dal tempo interiore della coscienza.
L'Œil écoute (1970) 19'
Fin dal primo momento, colpiti dalla sonorità musicale percepita all’interno di un treno, il viaggio che propone questo brano composto con diverso materiale, suscita in noi delle condizioni capaci di ridare alla nostra immaginazione un potere sui suoni, quello di guidarli nei nostri labirinti segreti, piuttosto che seguirli come Panurge (personaggio del Pantagruel di Rabelais, simbolo dello spirito inquieto alla ricerca della felicità). Questa forma di contemplazione uditiva cerca di renderci disponibili per perderci fuori dai limiti dei nostri territori abituali troppo conosciuti. Forse, nel troppo guardare, l’uomo finisce che non ascolta più. E l’occhio, divenuto il passeggiatore solitario, ha orecchie per ciò che lo aggredisce. (B. Parmégiani)
La Roue Ferris (1971) 11’
Brano ammaliante ed efficace, meccanico e organico. È senza dubbio la realizzazione più riuscita della maniera ripetitiva del compositore, cioè nel suo tentativo di cogliere un "istante perpetuo". La Roue Ferris è il nome dato dai messicani a un cerchio guarnito di fuochi d'artificio che gira e volteggia consumandosi. Macchina selvaggia e folle, che simboleggia il movimento del tempo che si conserva e si abolisce mediante ripetizioni cicliche. "Gira ancora, anche lei confusa con la propria risonanza, che mantiene, con accanimento, le variazioni. Il meraviglioso nasce e muore, lasciandoci l'illusione della sua durata. Si sposta in circonvoluzioni. Lo spazio se l’accaparra. Non ne resta più niente… e i rondoni che svolazzano in questo spazio liberato, come per prolungare questo simbolo della festa. "

BIOGRAFIE
Asmus Tietchens, musicista, compositore e teorico tedesco, è un veterano nel campo della musica elettronica non accademica, ed è considerato una delle personalità più enigmatiche della scena musicale internazionale.
Attivo fin dagli anni '60 è specialista della registrazione e manipolazione dei suoni, caratterizzandosi per l'attitudine di spingere più in avanti possibile le barriere dell’udibile. Ha pubblicato oltre 70 CD per labels di tutto il mondo (Staalplaat, Multimood, line, aufabwgeen, Die Stadt, Soleilmoon, Korm Plastics, United Dairies, etc.) e ha collaborato con sound artists come Thomas Köner, Vidna Obmana, Okko Bekker, Achim Wollscheid. Nell'arco di 40 anni la sua musica si è evoluta dalle prime sonorità ritmiche degli esperimenti con recorders, tape loops, rythm machines, synth e suoni concreti, verso una libera manipolazione del suono con grande sensibilità per le fonti utilizzate.
Recentemente ha lavorato sulle trasformazioni di white noise e sine wave tones, ricerche il cui esito ha fornito la base per la pubblicazione di 3 cd usciti con la Ritornell/Mille Plateaux. Tietchens insegna acustica e sound design al Politecnico di Amburgo, e ha pubblicato numerosi saggi.
CRONOLOGIA
Nato ad Amburgo il 3 febbraio 1947.
1965 / Primi esperimenti con i registratori a nastro e generatori di suoni elettronici (macchine ritmiche, generatori di suoni sinusoidale) e con i suoni concreti.
1971 / Inizia a lavorare con il Minimoog. Risultati complessi attraverso l'uso di dispositivi a nastro 8 canali.
1975 / Compone e realizza le prime creazioni di musica elettro-acustica "for a living".
1980 / Primo LP ("Nachtstücke") in Francia, prodotto da Peter Baumann ("Tangerine Dream").
1982 / Scoperta di affinità stilistica con la musica industriale. "Formen letzter Hausmusik" (1984) è pubblicato dall’etichetta inglese "United Dairies". Nel 1989 escono numerosi LP nel panorama industriale internazionale tra cui Esplendor Geometrico, Hamster Records, Multimood, A-missione AO, presentando opere con pianoforte preparato, suoni d'acqua e altri materiali concreti.
1985 / Esperimenti con la Fairlight CMI.
1986 / Primo viaggio in Brasile per presentare il suo lavoro in forma di lezioni-concerto su invito del Goethe-Institut.
1989-2009 / Insegna sound design, design della comunicazione e la ricerca del suono presso la Hochschule für Angewandte Wissenschaften di Amburgo (HAW).
1991 / Seconda tournée in Sud America su invito del Goethe-Institut: Argentinia, Cile e Uruguay.
dal 1991 / Produce diversi CD per le etichette internazionali Staalplaat, Soleilmoon, Selektion, Mille Plateaux. Collaborazioni con altri compositori della cosiddetta scena noise come Merzbow, Achim Wollscheid, Thomas Köner, Vidna Obmana.
2003 e 2006/ Premiato per due volte dal "Karl-Sczuka-Preis für Akustische Kunst" della Südwestrundfunk (SWR).
Fino ad oggi ha prodotto più di 50 LP e CD oltre ad avere effettuato numerose esibizioni in Germania e all'estero.
2010-2013 / Insegna sound design alla Hochschule für bildende Künste di Amburgo.
Nessuno studio, nessuna formazione accademica né borse di studio. Solamente l’apprendistato da autodidatta nell’ambito della capacità creativa e dell’approfondimento della tecnologia analogica e digitale. Io sono il mio proprio mixer.

BERNARD PARMEGIANI (1927-2013)
Cresciuto “tra due pianoforti”, ascoltando gli esercizi pianistici giornalieri e il repertorio virtuosistico del suo patrigno. Del suono ha appreso le diverse tecniche (film, radio, televisione, radio centro di ricerca) e raffina l’orecchio diventando un tecnico del suono. Inoltre, la pratica di mimo per quattro anni alla scuola di Lecoq e Decroux Mr. J lo rende consapevoli della pratica del gesto, la plasticità dello spazio. Nel 1959 entrò nel Groupe de Recherches Musicales, dove, sotto la direzione di Pierre Schaeffer, ha seguito per due anni il corso di musica elettroacustica. Nel 1962, scrive il suo primo brano che servirà come musica per un balletto. Pierre Schaeffer gli affida la responsabilità del settore musica-immagine. Poi si avvicina al cinema e scrive le musiche per numerosi cortometraggi e lungometraggi. In quest’occasione inizia una ricerca personale in musica, dovrà armonizzare una certa libertà con un tempo misurato e imposto dalla lunghezza dell'immagine e dei contenuti di cui non è l’autore. Eccellente apprendistato per affrontare i problemi della forma legati a quelli del tempo. Quest'ultimo concetto è anche spesso sottolineato in molte opere, in particolare in L’instant mobile, Capture éphémère, Le présent composé.  nel momento mobile, Capture effimero. Durante un viaggio di studi negli Stati Uniti, la sua ricerca si estende al video. Di ritorno in Francia realizza dei video musicali: L’œil écoute (1973), Jeux d’artifices (1979) e L’écran transparent (1973) a Colonia, invitato dalla WDR. Si interessa all’incontro tra le tecniche di improvvisazione del jazz e quelle di musica elettroacustica. Ha lavorato con vari gruppi free-jazz libero: Chautemps, Vitet, Portal, così come con The Third Ear Band, gruppo Pop di Londra. Oltre a comporre sigle per la Radio, la Televisione francese e l’aeroporto di Parigi,  e drammi radiofonici e televisivi, ha composto alcuni brani musicali, la maggior parte sono acusmatici, alcuni misti (uno strumento e nastro), mentre altri sono azioni musicali che hanno coinvolto attori e musicisti.

L’Auditorium San Fedele è l’unica sala in Italia dotata di acusmonium, un’orchestra di 50 altoparlanti che consente la spazializzazione del suono. Ideato su disegno di Eraldo Bocca, il sistema SATOR è costituito da diverse tipologie di diffusori distribuiti lungo tre corone concentriche e una sezione di effetti che, attivato da due mixer, consente la diffusione di musica acusmatica, elettroacustica e mista. Questa particolare strumentazione viene impiegata anche per valorizzare, attraverso un’interpretazione live, di quei capolavori della storia del cinema che presentano materiale sonoro di  particolare interesse ed elaborazione. L’ acusmonium rende la sala uno spazio acustico tridimensionale, nel quale il suono costruisce effetti di profondità e lontananza inimmaginabili con un semplice impianto provvisto di surround, offrendo dunque allo spettatore un’esperienza unica e coinvolgente.

Intervista di Matteo Meda a Asmus Tietchens su Ondarock