PROGRAMMA
J.S. Bach (1685-1750)
- Corale “O Ewigkeit, du Donnerwort” BWV 513
- Dalla Cantata BWV 82
Rezitativ und Aria
"Ich habe genug"
per soprano e b.c. (versione dal Notenbüchlein für Anna Magdalena Bach)
C
.Ph.E. Bach (1714-1788)
dalla IV sonata in la minore Wq 70,4
Adagio
organo solo
G.H. Stolzel (1690-1749)
“Bist du bei mir” BWV 508
soprano e organo
(da Notenbüchlein für Anna Magdalena Bach)
J.S. Bach
Corale “Dir, dir Jehova” BWV 299
soprano e organo
W.F. Bach (1710-1784)
Preludi corali per organo:
- Jesu meine Freude
- Wir danken dir, Herr Jesu Christ
J.S. Bach
Dalla cantata BWV 21
“Seufzer, Tränen, Kummer, Not”
Aria per soprano, oboe e b.c.
Preludi Corali per organo:
Wer nur den lieben Gott lasst walten BWV 691 e 700
Dalla cantata BWV 93
- ”Ich will auf den Herren schaun”
Aria per Soprano, Oboe e b.c.
- Corale finale
“Sing, bet und geh auf Gottes Wegen”
Psallite Ensemble
Beatrice Palumbo, soprano
Carlo Andrea Masciadri, oboe
Francesco Monego, violoncello
Francesco Catena, organo
NOTE
L’aspetto fondamentale della musica nella liturgia luterana è costituito dagli inni, parecchi dei quali sono stati composti dallo stesso Lutero.
Il repertorio si sviluppa principalmente in due filoni: il primo prevede testi creati ex novo, il secondo la traduzione e rielaborazione in tedesco di inni gregoriani con l’adattamento della melodia al nuovo testo volgare. Inizialmente il canto di questi inni non era affidato all’assemblea dei fedeli ma ad un solista o ad un piccolo gruppo di musicisti; questo nell’ambito della vita cristiana era di fondamentale importanza. I fedeli infatti potevano eseguire gli inni in ambito domestico; l’uso era di cantare le melodie ad una voce accompagnandosi con una tastiera. Talvolta il canto veniva eseguito a 4 voci, prassi che resiste tutt’oggi in alcune zone della Germania del nord.
Un esempio significativo è la raccolta di corali di Schemelli, 1737: un migliaio di Lieder spirituali alcuni dei quali armonizzati da Bach. Sono composizioni che presentano evidenti affinità con i lieder di devozione che Bach stesso compose per la seconda moglie Anna Magdalena, e che poi raccolse nel famoso “Notenbuchlein fur Anna Magdalena Bach”. Queste composizioni venivano eseguite in casa Bach con l’accompagnamento strumentale dello stesso Sebastian o di uno dei figli.
Molte di queste paginette sono opera dei figli: Carl Philipp Emanuel e Johann Christian, mentre dovettero avervi parte anche gli altri figli Wilhelm Friedemann e Johann Gottfried; sono presenti anche opere di Couperin , Bohm e Stolzel.
Il recitativo ed aria “Jch habe genung” BWV 82 presente nella pubblicazione col n° 34 venne copiato da Anna Magdalena stessa nella versione per soprano (e non nell’originale voce di basso).
Bach con queste scelte musicali sottolinea in famiglia la propria missione di didatta indissolubilmente legata a quella di educatore.
Il corale luterano non è ornamento ma anima del rito; collocato in un punto preciso del servizio divino, prima o dopo il sermone, sviluppava nel fedele sentimenti di fede e di purificazione. Presentato in forma più elaborata, sotto forma polifonica o armonizzata, il corale trova una precisa collocazione all’interno della cantata. Ispirata alle sacre scritture, caricata di simboli e di interpretazioni teologiche, la cantata si presentava come un grande momento meditativo. In contrapposizione all’Ortodossia, dove la cantata conserva i testi biblici, nasce la cantata legata al Pietismo: i testi biblici vengono sostituiti dai testi dell’omelia proposti dal predicatore. Ai tempi di Bach la lotta fra pietismo ed ortodossia era molto accanita.
Osservando le numerose tracce di pietismo nelle opere del maestro potremmo pensare che il suo individualismo lo portasse verso le nuove tendenze; soprattutto le Passioni portano l’impronta della loro epoca; infatti nacquero nel periodo in cui il pietismo incominciava ad entrare nella poesia spirituale protestante. Eppure Bach faceva parte dell’ ortodossia. Sembrerà strano questo doppio atteggiamento religioso di Bach, ma bisogna pensare che era un conservatore e trovava naturale mettersi a lato degli ortodossi. La cantata BWV 82 non contiene ne testi biblici e neppure testi tratti dal Nuovo Testamento. Potremo scoprire l’aspetto intimistico ascoltando l’aria “Schlummert ein ihr muden Augen” ( Dormite, occhi affaticati,chiudetevi dolcemente e serenamente!) una meravigliosa ninna-nanna; nella morte Bach vede sempre la liberazione da tutti i mali.
La cantata BWV 21 ( testi: Pietro I 5, 6-11 e Luca 15, 1-10) porta l’indicazione in italiano “Per ogni tempo”, ma questa affermazione generica è contraddetta a fondo pagina con la scritta “terza domenica dopo la Trinità 1714”. La cantata potrebbe essere stata eseguita anche, secondo Reinhold Jauernig come solenne manifestazione di congedo in onore del principe Johann Ernst, gia minato da un male incurabile. L’aria per soprano, oboe e continuo ben sottolinea questo dolore “Seufzer,Tranen, Kummer, Not” (Sospiri, lacrime, tristezza, miseria)
I testi della cantata BWV 93, V Dominica post Trinitatis, sono tratti da I Pietro 3,8-15 e da Luca 5,1-11. Nel testo dell’aria per soprano e oboe troviamo “ Egli è colui che opera i veri miracoli”; il riferimento è chiaramente al vangelo di Luca: la pesca miracolosa. Questa cantata riporta Bach all’ortodossia. Ortodosso o Pietista? Albert Schweitzer nel suo libro “J.S.Bach il musicista poeta” ci aiuta: “ Bach era qualcosa di più di un pietista o di un ortodosso: egli era un Mistico ed il misticismo era la viva sorgente della sua devozione. I corali e le cantate in cui il suo animo si abbandona di più all’ispirazione sono proprio quelli di contenuto mistico”.
Francesco Catena