Piano Liszt, Franz Liszt nel cinema
Documentario di Francesco Leprino e Luigi Verdi Italia 2011
Auditorium 30 novembre 2011 ore 20.30
testo/musica
Sono almeno duecentocinquanta i film che utilizzano la musica di Franz Liszt nella colonna sonora, tra gli albori del cinema e il 2010. Tutta questa documentazione audiovisiva ci permette di avere un quadro molto interessante sulla ricezione della figura e dell’opera di Franz Liszt, uno dei compositori classici più “saccheggiati” per il grande schermo.
La fortuna di Liszt e della sua musica nel cinema è stata quindi ampia, e ha fatto scaturire, con le più diverse funzioni e nei più disparati contesti, una ridda notevole di situazioni filmiche che vanno dal paradossale al sentimentale, al comico, al funzionale, all’inatteso.
Noteremo anzitutto come elementi comuni e nessi di una stessa composizione riescono a stabilire esiti molto differenti, nel loro associarsi all’immagine, in film diversi. In questo senso lo stretto confronto mette in evidenza come la “colonna sonora”, specie quando si tratta di “icone” musicali, condiziona e calamita il senso di una sequenza, trasfigurandola.
I temi lisztiani che appaiono più di frequente come leitmotive caratterizzanti vari personaggi e situazioni costituiscono già un corpus d’osservazione molto interessante. Ad esempio nella Rapsodia ungherese n. 2, decisamente il brano più utilizzato, soprattutto nella musica per cartoni animati: sono circa ottanta le apparizioni di questa rapsodia in film o cortometraggi (di cui almeno trenta nei cartoons). In particolare il finale di questa Rapsodia è generalmente legato a situazioni festose se non comiche o grottesche.
Il tema di Sogno d’amore n.3 appare in una cinquantina di film, quasi sempre eseguito da un attore-pianista, legato a situazioni romantiche, di struggimento amoroso o durante matrimoni, molto utilizzato agli inizi del cinema sonoro.
Frammenti di Les Préludes appaiono in circa trenta film: il carattere guerresco del finale è utilizzato come leitmotiv in serie di fantascienza o a sottolineare scene eroiche o di guerra.
Altri brani lisztiani molto usati sono il Concerto n. 1, Consolation n. 3, Un Sospiro, Fantasia su temi ungheresi, Mefisto valzer n.1, La campanella.
Vi sono poi almeno una decina i film dedicati alla vita di Franz Liszt, a testimonianza della sua popolarità presso il grande pubblico. A questi titoli se ne aggiungono un’altra trentina in cui Liszt appare come personaggio secondario, oppure “spalla” in film dedicati alla vita di altri compositori come Wagner o Chopin.
Naturalmente l’industria cinematografica ha privilegiato le composizioni più conosciute, per ragioni, appunto, di riconoscimento iconico, come spesso accade nel cinema, e ha adoperato solo in pochi casi musiche meno conosciute, utilizzandole per la loro tinta drammatico-sentimentale. Esempi tipici in tal senso sono Nuages Gris, Gondola Funebre, Tasso lamento e trionfo ecc.
Così resta escluso dal cinema in gran parte l’ultimo Liszt, esattamente come resta escluso dalle sale da concerto.
Infine, da sottolineare il valore aggiunto che scaturisce nel documentario dagli accostamenti, con passaggi repentini e senza soluzione di continuità da una sequenza all’altra, creando anche un ulteriore ipertesto di interpretazioni musicali diverse e di situazione avvicinate per similitudine, contrasto, opposizione. Un montaggio che tende a restituire, in una sorta di compressione spazio temporale, l’atteggiamento di un secolo di cinema verso questo grande compositore.