TRIO MAGRITTEFrancesco Senese, violino
Luca Franzetti, violoncello
Emanuela Piemonti, pianoforte
con Paolo Beltramini, clarinetto
Daniele Amidani, realizzazione informatica ed elettroacustica
Francesco Paradiso, assistente alla regia esecutiva
VITTORIO MONTALTI (1984)
L’isola di Patmos (2011), musica elettronica in ottofonia commissionata dalla Fondazione Culturale San Fedele, creazione
OLIVIER MESSIAEN (1908 – 1992)
Quatuor pour la fin du temps (1940-1941)
1. Liturgie de cristal
2. Vocalise, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps
3. Abîme des Oiseaux
4. Intermède
5. Louange à l’Éternité de Jésus
6. Danse de la fureur, pour les sept trompettes
7. Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps
8. Louange à l’Immortalité de Jésus
Per i 70 anni della prima esecuzione del Quatuor pour la fin du temps di Messiaen nel campo di concentramento Stalag VIII A in Silesia il 15 gennaio del 1941, un programma con l’esecuzione del Quartetto preceduto da una nuova opera elettronica in ottofonia del giovane compositore romano Vittorio Montalti, commissionata dalla Fondazione Culturale San Fedele.
CANTO DI SPERANZA IN UN CAMPO DI PRIGIONIA
Primo concerto della stagione in forma di drammatizzazione, ovvero proposta di un itinerario di ascolto come viaggio nel dramma della storia, partendo questa volta da una tematica legata al libro dell’Apocalisse. Due opere in programma che alternano due modi di vivere nel tempo: quello dell’attesa dell’ultimo giorno (Montalti) e quello della venuta del Signore, ovvero della cessazione del tempo (Messiaen). Introdurrà il concerto una nuova opera di musica elettronica del giovane compositore romano Vittorio Montalti, L’isola di Patmos. Il titolo rinvia all’indicazione di luogo in cui si trovava l’apostolo Giovanni a causa della paorla di Dio e della testimonianza resa a Gesù (Ap 1,9) all’inizio della sua visione. “ La composizione – spiega Montalti – parte da un materiale molto semplice che, grazie ad una serie di processi, si sviluppa per dare vita ad un arco narrativo articolato. Ne deriva così il possibile racconto di una vita, una vita in cui siamo chiamati a scegliere tra il Bene ed il Male nell’attesa della fine dei tempi”. L’isola di Patmos è un omaggio a Olivier Messiaen, in particolare ai 70 anni della prima esecuzione del suo Quatuor pour la fin du temps, seconda opera in programma. Si tratta di uno dei capolavori musicali del ‘900. È stato scritto in un campo di concentramento nazista della Silesia ed eseguito per la prima volta in un’ala di questo campo il 15 gennaio 1941 da Messiaen al pianoforte ed altri tre musicisti, assieme a lui prigionieri di guerra. Nonostante la neve, il freddo, le condizioni precarie degli strumenti, i prigionieri spettatori seguirono il concerto come una rivelazione, con un’attenzione e una concentrazione che marcarono a vita Messiaen. Il Quartetto si ispira a un passaggio dell’Apocalisse caro a Messiaen: l’angelo che annuncia la fine del tempo. Si articola in otto movimenti: 7 è il numero perfetto, l’ottavo brano è fuori dal tempo e prolunga in eterno il riposo del settimo giorno del libro della Genesi. 1. Liturgia di cristallo. Al mattino, risveglio degli uccelli: un merlo o un usignolo solitario improvvisa un canto, circondato da uno scintillio di suoni, da un alone di trilli che si perdono alti tra gli alberi. Si trasponga tutto ciò su un piano religioso ed ecco che si ottiene l’armonioso silenzio del Paradiso. 2. Vocalizzo per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo. Evocazioni della forza del possente angelo, incoronato da un arcobaleno e vestito di nubi, che posa un piede sul mare ed un piede sulla terra. Nella sezione centrale, impalpabili armonie celesti. Al piano dolci cascate di accordi blu-arancio, che abbelliscono con la loro sonorità distante la melopea del violino e del violoncello. 3. Abisso degli uccelli. L'Abisso è il tempo, con le sue tristezze, i suoi scoramenti. L'uccello è il contrario del Tempo; è il nostro desiderio di luce, di altezze, di arcobaleni, di canti gioiosi! 4. Intermezzo. 5. Lode all'Eternità di Gesù. Gesù qui è il Verbo. Una grande frase, infinitamente lenta, al violoncello, magnifica con amore e riverenza l'eternità di questo Verbo dolce e potente, "che gli anni non possono consumare". Maestosamente la melodia si appiana, in una sorta di lontananza tenera e somma. "In principio era il Verbo, e il Verbo era in Dio, e il Verbo era Dio". 6. Danza furiosa per le sette trombe. Brano ritmico. I quattro strumenti, all'unisono, rievocano le sonorità di gong e trombe (le prime sei trombe dell'Apocalisse messaggere di diverse catastrofi, la tromba del settimo angelo annuncia la consumazione del mistero di Dio). Musica di pietra, formidabile granito sonoro; irresistibile movimento d'acciaio, d'ebbrezza glaciale. 7. Vortice d'arcobaleni per l'Angelo che annuncia la fine del Tempo. Appare l'Angelo pieno di forza, e soprattutto l'arcobaleno che lo incorona (l'arcobaleno, simbolo di pace, di saggezza, di tutte le vibrazioni luminose e sonore). - Durante i miei sogni, sento e vedo accordi e melodie conosciute, colori e forme note; poi, dopo questa fase transitoria, passo all'irreale ed esperisco con estasi un vortice, una compenetrazione circolare di suoni e colori sovrumani. Queste lame di fuoco, queste colate di magma blu-arancio, queste stelle improvvise: ecco lo scompiglio, ecco l'arcobaleno! 8. Lode all'Immortalità di Gesù. Lungo solo di violino, funge da contraltare al solo di violoncello del quinto movimento. Perché questa seconda Lode? Perché s'adatta più precisamente al secondo aspetto di Gesù, al Gesù uomo, al Verbo fatto carne, che resuscita immortale per comunicarci la sua via. Ed è tutto amore. Il suo lento salire verso il picco, rappresenta l'ascesa dell'uomo verso Dio, del Figlio verso il Padre, della creatura divinizzata verso il Paradiso.
TRIO MAGRITTEDall'incontro di tre musicisti nel pieno dell'attività solistica e cameristica nasce il Trio Magritte. Emanuela Piemonti è stata per venticinque anni la pianista del Trio Matisse con il quale, dopo aver vinto nel 1983 il Premio Vittorio Gui, ha sostenuto circa cinquecento concerti nelle più importanti stagioni e sale italiane, effettuando tournées in molti paesi europei ed extra-europei, registrando per la RAI l'integrale dei Trii di Beethoven, incidendo per l'etichetta Aura e la rivista Amadeus, ed eseguendo in prima assoluta composizioni dedicate al Trio da Mauricio Kagel, Luis de Pablo ed Alessandro Solbiati. Il violinista Francesco Senese, su invito di Claudio Abbado, è membro stabile della Luzern Festival Orchestra e dell'Orchestra Mozart di Bologna. In ambito cameristico, ha collaborato con musicisti quali Laura De Fusco, Giuseppe Andaloro, Enrico Pace, Itamar Golan, Pavel Vernikov, Serghiei Krylov, Danilo Rossi, Alessio Allegrini etc. Il violoncellista Luca Franzetti, esordisce all'età di vent'anni come primo violoncello sotto la direzione di Riccardo Chailly, ricoprendo successivamente lo stesso ruolo presso la Scottish Chamber Orchestra di Edinburgo e la Royal Philarmonic of Flanders di Anversa. Dall'incontro con Claudio Abbado nascono le collaborazioni stabili con la Luzern Festival Orchestra, l'Orchestra Mozart di Bologna e Progetto Venezuela. Come solista, ha recentemente eseguito i concerti di Schumann e di Dvořák. Nel 2010, in occasione del Bicentenario della nascita di Robert Schumann, il Trio Magritte ha registrato e eseguito l'integrale dei Trii.
PAOLO BELTRAMINI, Primo Clarinetto solista dell'Orchestra della Svizzera Italiana RSI, è attualmente l'unico clarinettista italiano ad aver vinto il I Premio assoluto al prestigioso Concorso Internazionale di Clarinetto “Primavera di Praga” nel 1996, meritando anche i premi speciali “Buffet Crampon” e “Fondazione Primavera di Praga”. Ha vinto i Concorsi Internazionali per la musica da camera di Parigi 1996 (II premio) e di Trapani 1997 (I premio assoluto e premio speciale della Giuria della Stampa). Raffinato interprete di tutto il repertorio clarinettistico, è stato ospite di prestigiose Istituzioni Concertistiche e si è esibito nelle più importanti Sale da Concerto nel mondo intero: Lincoln Centre di New York, Olimpus Festival di S.Pietroburgo, Izumi Hall di Osaka, Bunkamura Centre di Tokio, Victoria Hall di Singapore,Teatro Coliseum di Buenos Aires, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro alla Scala e molte altre. Ha suonato più volte i concerti di Mozart, Mercadante, Rossini, Weber con varie istituzioni. Attento esecutore della musica del XX secolo, ha al suo attivo numerose creazioni, tra le quali “Trama II” di Luca Francesconi e il “Concerto Breve” di Davide Anzaghi. Come primo clarinetto ha collaborato con la Filarmonica della Scala, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino e Milano, Santa Cecilia di Roma, Mahler Chamber Orchestra e molte altre. Ha inciso per Chandos, Ricordi, Fonit Cetra, Stradivarius, AS Disc, RS, e ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive per molte emittenti europee, tra le quali RAI, Radio France, BBC. Ha tenuto Masterclasses Internazionali in Italia e Francia. È attualmente titolare della cattedra di clarinetto al Conservatorio "G. Nicolini" di Piacenza.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Sabato 15 Ottobre, Chiesa di San Fedele, ore 17, entrata libera
Toccate e capricci tra ‘600 e ‘700
Musiche di G. Frescobaldi, T. Merula, D. Zipoli, J.S. Bach
Gianluca Capuano, organo positivo