PROGRAMMA
GIOVANNI PAOLO CIMA (1570- 1622)
- Ricercare, per organo
GIOVANNI LEGRENZI (1626-1690)
- Alma Redemptoris Mater, per voci e continuo
- Ave Regina Coelorum, per voci e continuo
MICHELANGELO GRANCINI (1605-1669)
- Canzone da Sonar a 4, per organo
- Dulcis Christe, per voci e continuo
- Ricercar sopra ut, Re,Mi,Fa,Sol, La, per organo
FRANCESCO SPAGNOLI RUSCA (1634.1704)
- Ascendit Deus, per voci e continuo
- O Sponse divine, per voci e continuo
CESARE BORGO (?-1623)
- Canzon prima, per organo
CARLO DONATO COSSONI (1623-1700)
- Dormi deh dormi, per voci e continuo
SERAFINO CANTONE (1565-1627)
- Canzone “La Serafina”, per organo
GIOVANNI ANDREA FIORONI (1716-1778)
- In bellis mortalibus, mottetto per alto solo e continuo
Viviana Gaudio, soprano
Marta Fumagalli, mezzosoprano
Massimo Borassi, organo
LA VOCE NEL SEICENTO LOMBARDO E MILANESE
Un rapido scorcio del Seicento lombardo, periodo musicalmente ricco ma di cui si conosce soprattutto l’arte pittorica, probabilmente a causa del dominio della vicina Venezia in campo musicale. Nei primi anni del Seicento si diffonde il nuovo stile vocale che privilegia le trame solistiche con il basso continuo, l’intelligibilità e l’emergenza degli elementi emozionali del testo. Si presentano opere di tre generazioni di compositori. Quelli nati nel ‘500: Cantone, Cima e Borgo. Dei nati all’inizio del ‘600 ci sarà Michelangelo Grancini. Mentre Spagnoli Rusca, Legrenzi e Cossoni sono nati tra il 1620 e il 1630. Giovanni Paolo Cima, compositore e organista milanese, contemporaneo di Monteverdi e Frescobaldi, è una delle figure del primo barocco la cui importanza deve ancora essere pienamente rivalutata; è tra i primi, infatti, ad emancipare la musica strumentale ad arco dalla canzone vocale e dai ritmi di danza, per orientarla verso una destinazione esclusivamente strumentale. Nei suoi brani è evidente la ricerca, la sperimentazione per passare dalla polifonia alla monodia. Di Serafino Cantone si sa che fu monaco benedettino, compositore e organista a Milano, tra il 1580 e il 1627, in San Simpliciano, in San Giovanni in Conca, in Duomo. La sua musica fu apprezzata, oltre che a Milano, anche in Baviera, in Prussia, in Pomerania e in Slesia. Compose musica sacra e fu celebre per i suoi mottetti. Cesare Borgo, milanese, ha lavorato a San Pietro di Gessate e in Duomo. Rimangono di lui opere sacre e strumentali. Alla generazione successiva appartiene Michelangelo Grancini – maestro di cappella del Duomo di Milano – le cui composizioni testimoniano una fresca e incisiva vivezza di espressione nei due stili contrastanti dell’epoca, lo “stile antico” e quello “moderno”. Grancini ha padroneggiato con finezza e grande fantasia lo stile moderno, memore della lezione monteverdiana. Più vicino alla corrente musicale veneziana fu invece Giovanni Legrenzi, organista e compositore di origini bergamasche. I suoi lavori comprendono mottetti, opere, musica sacra e strumentale; per l’uso del contrappunto, la progettazione tematica e la struttura formale, le sue opere segnano il profilo del tardo stile barocco cui altri autori, e Vivaldi in particolare, faranno riferimento. Il comasco Francesco Spagnoli Rusca fu molto attivo e autore di un’imponente produzione (messe, salmi, cantate e mottetti, pagine strumentali) rivelatrice di un’originale capacità di fondere forme tradizionali con soluzioni innovative. Le sue opere sono state riscoperte nel 1955. Carlo Donato Cossoni si trasferì in modo stabile a Milano nel 1678 e si rese attivo in alcune chiese della città. In quegli anni, incontrò una forte opposizione dell'Arcivescovo Federico Visconti. Il Cossoni venne considerato nella sua epoca, insieme a Scacchi e G. V. Sarti, quale massimo esponente dello stylus ecclesiasticus comprendente : messe, mottetti, ecc... a 4 - 8 voci in concerto con vari strumenti.