Lezioni musicali con ascolti con l'impianto HI-FI Infinity IRS Beta
Auditorium San Fedele, Via Hoepli 3/b
dalle 18.45 alle 20
- lunedì 17 ottobre Tempo e memoria I
- lunedì 24 ottobre Memoria di cosa
- mercoledì 9 novembre In quale luce
- lunedì 14 novembre Tempo e memoria II
- lunedì 21 novembre Memoria di chi
- lunedì 28 novembre Il lieto fine
Biglietti:
abbonamento per le 6 lezioni 21€
intero 6€, ridotto 3€,
studenti di musica ingresso libero
L'AVVENTURA DELL'ASCOLTO
Sei incontri condotti da Alfonso Alberti in cui si ascolterà musica, non eseguita dal vivo, proposta invece con i mitici diffusori acustici Infinity IRS Beta, recentemente donati al Centro San Fedele assieme a un complesso sistema di quattro amplificatori valvolari per ottenere un suono unico, fluido e vellutato ma allo stesso tempo di grande impatto sonoro.
Saranno perciò scelte registrazioni di rilievo storico, che serviranno da nucleo centrale degli incontri: tutt'intorno, un percorso di parole in cui Alfonso Alberti guiderà gli ascoltatori in un itinerario che ha per titolo "l'avventura dell'ascolto".
Si rifletterà su quella cosa misteriosissima che è il significato della musica, cercando di capire come noi stessi risuoniamo, vibriamo, a contatto coi suoni.
La musica è un’arte astratta per eccellenza: nessuna imitazione diretta della realtà naturale, a differenza di quanto accade in tante arti sorelle. In generale, non vi è alcuna combinazione di note che rappresenti un fiume o un fiore o una notte stellata. Eppure, ciò che non può essere rappresentato può talvolta essere suggerito, in maniera del tutto indefinita e restando sul crinale della quasi impossibilità. Il simbolo musicale non dice e non chiama per nome alcunché. Indica soltanto: nemmeno dei significati, quanto invece semplici fantasmi di significato, dei quali alla fine dell'ascolto si saprà tutto e nulla.
Claude Debussy, ben cosciente del paradosso, nello scrivere i suoi due libri di Preludi per pianoforte dà a essi dei titoli estremamente evocativi, però – sorpresa – non pone questi titoli all’inizio dei brani, ma in fondo.
Rovesciando, perciò, ciò che ci si aspetterebbe: la musica non raffigura delle immagini date in anticipo, ma le evoca (forse), inaspettatamente.
Un potere singolare, poi, mostrano i suoni nel far loro gli archetipi delle cose: il nascere, il crescere, il morire. L'ombra, la luce – il trasfigurarsi.
Negli incontri si indagheranno musiche tratte soprattutto dalla grande tradizione classico-romantica, ma con escursioni prima e dopo, in particolare arrivando a quel luogo di avventure estreme che è l'oggi.
Ascolto e parole saranno in contrappunto stretto, in incontri che intendono rivolgersi a un pubblico il più vario possibile: unica condizione, essere disposti all'avventura.
- lunedì 17 ottobre Tempo e memoria I
Ascoltiamo musica. È un flusso continuo, ma ci capita di riconoscerne delle parti: oggetti sonori, temi, frasi – eccoli qui e poi rieccoli più avanti, cambiati. Più forte o più piano, più reali o più irreali, "vissuti" o "ricordati". Ogni brano è una rete fitta di oggetti che cambiano, con tutta l'ambiguità che è propria dei suoni. Eppure, di questi cambiamenti possiamo provare a dire qualcosa, cogliendo le risonanze che hanno col nostro immaginario e con la nostra maniera di vivere il mondo.
Lista degli ascolti:
la lista dei pezzi che ho fatto ascoltare ieri sera:
Liszt, Valse oubliée n. 1 (Richter)
Liszt, Valse oubliée n. 1 (Arrau)
Liszt, estratti dal Concerto n. 2 (Richter)
Cajkovskij, estratti dalla scena della lettera da Eugenio Onegin
Mahler, estratti dalle sinfonie n. 5, 7 e 8
Debussy, La cathédrale engloutie (Kars)
- lunedì 24 ottobre Memoria di cosa
Nel suo famigerato libro Del bello musicale, Eduard Hanslick ci dice che noi possiamo capire quello che accade agli oggetti, ma non che cosa siano gli oggetti, fuori dalla musica. È vero ma solo in parte, perché i compositori hanno tentato da sempre di aggirare questa (quasi) impossibilità, servendosi delle relazioni fra sensi diversi – per esempio, provando a mettere in scena archetipi forti: “dipingere” in suoni acqua, aria, luce, buio, movimento, quiete.
- mercoledì 9 novembre In quale luce
Una parentesi tecnica (ma che non ha bisogno di conoscenze pregresse per essere compresa): il modo maggiore e il modo minore. Il meccanismo ancora relativamente misterioso per cui queste due opposte polarità, all'interno del linguaggio classico–romantico, incarnano una qualche forma di positività e negatività, estroversione e introversione. I registi ci insegnano quanta importanza ha l'impiego delle luci: non diversamente accade in musica.
- lunedì 14 novembre Tempo e memoria II
Il riapparire degli oggetti sonori nel tempo può creare percorsi della mente di estrema complessità. In questa lezione si proverà a guidare il pubblico in un ascolto più vasto: una sinfonia di Mahler, a mostrare quanto fitta e ampia possa diventare la rete di riferimenti e ambiguità. L'ascolto avverrà per brevi flash e sezioni più vaste, un "riassunto" che inevitabilmente tradirà la ricchezza del tutto, ma darà la possibilità di riflettere su alcuni singoli nodi del grande tessuto.
- lunedì 21 novembre Memoria di chi
Chi è il soggetto che “vive” nella musica? Almeno a partire da The Composer’s Voice di Edward T. Cone, si è cominciato a esplorare questo tema. È il compositore? È un "soggetto virtuale"? Siamo noi? È cosa comune, per la divulgazione musicale, porgere un brano di musica come un'esperienza vissuta. È stato altrettanto comune, per tanta musicologia, provare a rimuovere questo aspetto, sospettando in esso un'eccessiva semplificazione. È possibile parlare di quel "Qualcuno" che vive la musica, senza semplificarne i tratti, l'identità?
- lunedì 28 novembre Il lieto fine
In quale forma si trasformano gli oggetti musicali? Che senso ha, per esempio, un finale "positivo"? La promessa si adempie? Oppure la musica, ignara di come andranno a finire le cose nella realtà, ci dice "che bello se andasse a finire così”? O il seme della follia spinge a dipingere proprio il contrario di quello che si pensa? O infine ha qualcosa a che vedere con una forma di fede?
IMPIANTO INFINITY IRS Beta
“Il rumore di fondo lasciato dal Big Bang continua a pulsare attraverso gli altoparlanti dello spazio-tempo. Il fonografo di Edison, con la sua possibilità di fissare il suono per sempre, rappresentava quanto di più simile fosse esistito nell’universo per riprodurre quell’immensa sinfonia celeste: un solo breve momento per catturare il suono che, una volta acquisito, sarebbe rimasto per sempre. Da allora, il procedimento è stato molto perfezionato.”
Green Milner “Alla ricerca del suono perfetto”
Dalle origini dei sistemi di registrazione e riproduzione del suono si sono distinte due applicazioni principali: la riproduzione per uso domestico e quella per uso professionale in pubblico.
Nell’ambito professionale possiamo annoverare il rinforzo sonoro (per chiese, teatri, cinema), la registrazione di concerti ed eventi e le applicazioni radiotelevisive. L’uso domestico invece è caratterizzato da prodotti con costi ridotti e in prevalenza utilizzati per l’ascolto di fonoregistrazioni e per amplificare segnali radiotelevisivi. Un discorso a parte è la così detta Alta Fedeltà (HiFi); una branca della riproduzione sonora per uso domestico che utilizza prodotti di qualità superiore.
Nonostante l’indubbia qualità del risultato, i prodotti HIFI non si adattano ad grandi ambienti e quindi sono di solito utilizzati nelle normali stanze di una casa.
Nel caso dell’impianto utilizzato a S.Fedele, oggetto di una donazione, il discorso cambia, qui si sono utilizzati componenti definiti ad Alta Fedeltà (in realtà si dovrebbero chiamare HiEnd, ossia prodotti allo stato dell’arte) ma con caratteristiche tali da essere “compatibili” con un grande ambiente, come è la sala da concerto dell’Auditorium San Fedele. In pratica si coniuga la qualità di un sistema di riproduzione ad Alta Fedeltà con la potenza necessaria ad una sala di grande volumetria.
In particolare per i diffusori acustici l’impianto è provvisto di un sistema Infinity IRS Beta che utilizza, per le frequenze acute, i particolarissimi trasduttori a induzione elettromagnetica (EMIT) che rappresentano il riferimento assoluto nIn quale forma si trasformano gli oggetti musicali? Che senso ha, per esempio, un finale "positivo"? La promessa si adempie? Oppure la musica, ignara di come andranno a finire le cose nella realtà, ci dice "che bello se andasse a finire così”? O il seme della follia spinge a dipingere proprio il contrario di quello che si pensa? O infine ha qualcosa a che vedere con una forma di fede?ella riproduzione della gamma alta e media.
Il modello IRS Beta comporta cinque vie e adotta due torri con woofer da 30 cm (quattro per canale), con un Array verticale costituito da cinque trasduttori della Serie EMI a diverse grandezze per coprire l’intero spettro audio e oltre. Un progetto grandioso per l’epoca della sua progettazione e che, nonostante la compattezza del sistema, rimane ancora oggi un punto di riferimento. I cross-over sono alloggiati nelle basi dei pannelli, mentre un cross-over elettronico contiene una sezione passa-basso attiva. Un accelerometro collegato ad uno dei woofer di ogni colonna controlla la velocità di movimento dei coni. Grazie all’emissione anche posteriore dei pannelli, la ricostruzione scenica lascia l’ascoltatore incantato per solidità della struttura e precisione della collocazione degli artisti sul palco. La grana finissima, unitamente all’elevato livello della trasparenza e alla timbrica neutra e corretta fanno il resto, portando l’intera riproduzione a livelli altissimi Con la poderosa dinamica, poi, si raggiungono vette di vera eccellenza. Sia i gruppi Rock, ma soprattutto le grandi masse orchestrali sono gestite (se il pilotaggio è adeguato) con una scioltezza e una fedeltà che ancora oggi sono un punto fermo.
Ma tutto questo è possibile solo se si impiegheranno amplificazioni adeguate; questa istallazione comporta quattro amplificatori valvolari della VTL, per ottenere un suono fluido e vellutato, tipico delle valvole termoioniche, ma nello stesso tempo di grande impatto sonoro.
L’impianto si completa con quello che è da tutti considerato il migliore preamplificatore valvolare mai costruito, il Convergent SL1.
Per quanto riguarda la riproduzione dei vinili vi provvede il giradischi Pro-Ject Xtension 9 completo dell’ottimo fonorivelatore Ortofon a bobina Mobile e bassa uscita Quintet Black.
Alfonso Alberti suona (il pianoforte) e scrive (libri sulla musica).
Sua grande passione è la musica d'oggi, nella convinzione che essa sia un'opportunità formidabile per capire il tempo che ci troviamo a vivere, e noi stessi che viviamo in questo tempo. I suoi programmi da recital amano tessere rapporti fra le diverse epoche, con l'intento di mostrare l'unità del percorso storico musicale.
Gli sono state affidate più di cento prime esecuzioni assolute per pianoforte solo e per pianoforte e orchestra, fra cui anche opere riscoperte di protagonisti del Novecento come Giacinto Scelsi, Niccolò Castiglioni, Giuseppe Sinopoli. Ha suonato in luoghi come il Konzerthaus di Vienna, il LACMA di Los Angeles, il Teatro Dal Verme e la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Teatro Bibiena di Mantova, la Tonhalle di Düsseldorf; fra i direttori con cui ha collaborato vi sono Tito Ceccherini, Gustav Kuhn, Andrea Pestalozza, Flavio Emilio Scogna, Yoichi Sugiyama, Arturo Tamayo, Pierre-André Valade.
Ha pubblicato più di venti dischi solistici e cameristici, ultimo fra questi Giorgio Gaslini. Piano Works, edito da Stradivarius. Per la stessa etichetta, il cd col Concerto per pianoforte e orchestra di Goffredo Petrassi (Orchestra della RAI, direttore Arturo Tamayo) ha vinto il Premio della critica come miglior disco 2012 in Italia. Fra gli altri dischi solistici vi sono Cangianti (musiche di Niccolò Castiglioni), Dispositions furtives (Gérard Pesson) e Stanze (Osvaldo Coluccino), per Col legno, e Alessandro Solbiati. Piano Works in collaborazione con la pianista Emanuela Piemonti, per Stradivarius. Stretta è anche la collaborazione con la web-tv Limenmusic, per la quale realizza regolarmente video musicali.
Un particolare indirizzo del suo repertorio riguarda i rapporti fra la musica e altre arti. Programmi di questo genere sono stati ospitati da luoghi simbolo per le arti visive, come la Peggy Guggenheim Collection a Venezia, il Castello di Rivoli, il Museo Poldi Pezzoli e la Galleria d’Arte Moderna a Milano e Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo, capolavoro giovanile di Andrea Palladio e patrimonio dell’UNESCO.
Intensa è anche l'attività cameristica, in duo con la clarinettista Selene Framarin, come membro stabile dell’Ensemble Prometeo e dell’Ensemble Risognanze e in collaborazione occasionale con altre formazioni (fra di esse Klangforum Wien).
Alfonso Alberti pubblica libri per gli editori LIM e L’Epos e cura edizioni musicali per Ricordi e Durand. Nel corso del Festival di Milano Musica 2012 si è presentato il suo ultimo libro La rosa è senza perché. Niccolò Castiglioni, 1966-1996, edito da LIM, che porta a termine la ricerca storica e poetica sul compositore milanese cominciata nel 2007 con Niccolò Castiglioni, 1950-1966. Altri suoi libri sono Vladimir Horowitz (L’Epos, 2008) e Le sonate di Claude Debussy (LIM, 2008).
Alfonso Alberti ama il genere del concerto dialogato, in cui presentare al pubblico i caratteri mutevolissimi del repertorio pianistico e offrire chiavi di lettura sempre nuove. Il suo ideale è un ascolto consapevole che si addentri sempre più a fondo nei significati della musica e nei suoi labirinti.
Nel 2010 il canale televisivo Sky Classica gli ha dedicato un documentario per la serie NoteVoli.
Alfonso Alberti ama le sfide della mente, è un appassionato solutore di enigmi e un buon conoscitore del giallo classico all'inglese.