W. KUIJKEN a San Fedele - 15 maggio

Musica inglese al tempo di Cromwell
Auditorium San Fedele, Via Hoepli 3a  ore 20.30
testo/musica
Wieland Kuijken, viola da gamba
Enrico Gatti, violino
Nanneke Schaap, viola da gamba
Giovanni Togni, clavicembalo

Matthew Locke 1621 - 1677
Suite n.5 in la minore
Fantazie - Courante - Fantazie - Saraband
per violino e due viole da gamba

Christopher Simpson 1602 - 1669
Divisions on a Ground in sol maggiore
per due viole da gamba

John Jenkins 1592 - 1678
Fantasia n. 24 in sol min.
per  violino, due viole da gamba e cembalo
Fantasia n. 12 in sol min.
per due viole da gamba e cembalo

Intervallo

John Jenkins
Fantasia a violino e viola in sol min.
Fantasia - Air - Corant
per violino, viola da gamba e cembalo

Matthew Locke
Suite n. IV in re
Prelude, Almain, Corant, Saraband, Rant
per cembalo solo

Christopher Simpson
da "The Seasons"
Fancy, Ayre, Galliard
per violino, due viole da gambe e cembalo

(In collaborazione con il Conservatorio G.Verdi di Milano)

    Nella prima metà del ‘600, mentre la musica per tastiera inglese, perde pian piano il prestigio acquistato dalla grande tradizione dei virginalisti, all’epoca della Repubblica puritana di Cromwell (1649-1660), la musica strumentale da camera trovò un’espansione sorprendente. Tra le varie cause si possono evocare l’ordine ufficiale di distruggere gli organi delle chiese, il dileguamento di un mecenatismo di corte e in particolare il clima di insicurezza e terrore che regnava all’epoca. Tale situazione diede luogo al grande sviluppo della musica nella società privata, in particolare a brani per complessi di viole e di violini.
    Un ruolo di primo piano, in questo campo, lo occupa John Jenkins (1592-1678), riformatore della Fantasia con l’introduzione, nello stile inglese, di elementi della Sonata a tre italiana. Così le Fantasie si divisero in sezioni drammaticamente contrastate e discontinue di differente tempo e mutevole scrittura. Parallelamente, l’ideale polifonico della musica per viola viene scosso dall’ascesa del violino, utilizzato dapprima nella musica del Masque, per la brillantezza del suono, e successivamente nella musica da camera.