Musiche di John STANLEY (1712-1786) Johann Gottfried WALTHER (1684-1748)
Domenico ZIPOLI (1688-1726) Johann Sebastian BACH (1685-1750) Carl
Philipp Emanuel BACH (1714-1788)
Mistica e liturgia in Europa tra Riforma e Controriforma
L’organo è lo strumento liturgico per eccellenza. La sua voce raggiunge tutti i punti in lunghezza e altezza di un ampio spazio riverberante come quello di una chiesa o di un tempio. La sua sonorità si fonde bene con quella delle altre famiglie strumentali e con le voci. Può essere solista oppure viene usato per accompagnare. Talvolta è suonato seguendo le tecniche improvvisative per le tastiere, altre volte invece come strumento che reinventa dei generi musicali nati per la voce, come il corale. Simbolicamente l’organo può essere anche considerato come lo strumento dell’unità nell’Europa post rinascimentale, nel senso che nonostante la frattura nella Chiesa con la Riforma, l’organo veniva utilizzato dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest per accompagnare gli uffici liturgici cattolici, luterani, calvinisti e anglicani.
Il concerto è suddiviso in cinque sezioni. Si inizia con due voluntaries del compositore inglese non vedente John Stanley, Il voluntary è stato un genere tipicamente inglese, nel ‘500 designava brani organistici suonati durante la liturgia in stile libero, quasi improvvisato. All’epoca di Stanley si presenta nell’articolazione: lento iniziale e fugato, talvolta in quattro movimenti.
Nelle zone luterane è stato fondamentale il ruolo del corale nella liturgia, esso veniva articolato con le letture bibliche e la predicazione, una sorta di eco, preghiera, meditazione dell’intera assemblea. Johann Gottfried Walther, un cugino molto stimato da J.S. Bach, è oggi noto soprattutto come teorico, ma anche come organista e compositore. Nella sua produzione organistica spiccano i preludi corali e alcuni corali a variazione, come Wie soll ich dich empfangen, il cui testo soggiacente si riferisce all’Avvento: Come devo accoglierti, e come incontrarti? O desiderio di tutto il mondo, o gioiello della mia anima! O Gesù, Gesù! Poni tu stesso accanto a me la fiaccola, così che io impari a conoscere ciò che ti fa piacere.
Con il gesuita Domenico Zipoli si passa in area cattolica con quattro brani per la Messa. Stupisce come seppur in contesto celebrativo abbondassero la luminosità e la chiarezza di timbri e scrittura con diversi passaggi in stile improvvisato, con reminiscenze toccatistiche seicentesche, oppure con accenni imitativi su note tenute al pedale. Un barocco solare e al tempo stesso con un’enfasi melodica tutta italiana.
Si ritorna nella Germania luterana con tre preludi corali di J.S. Bach, di cui un capolavoro assoluto per l’invenzione armonica e la geniale corrispondenza tra testo e soluzioni compositive: Erbarm dich mein, o Herre Gott. Il testo riprende le parole del re Davide nel Salmo 50: Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Il movimento ascendente della voce simboleggia la supplica per il perdono, varie volte ripresa e punteggiata dalla regolarità degli accordi, come dei sospiri di contrizione.
Si conclude con la sonata in sol minore di Carl Philipp Emanuel Bach. Il quadro politico e sociale dell’Europa sta per cambiare. Sono presenti nei tre movimenti accenti e inquietudini dello Sturm und Drang.
Gianluca Capuano è organista presso la Basilica di San Simpliciano ed è conosciuto per la sua poliedrica attività musicale. Ha fondato il gruppo vocale e strumentale Il canto di Orfeo con il quale si dedica ad un cosciente e critico approccio ai capolavori del Barocco musicale europeo. Per la rivista musicale Amadeus ha dedicato un CD alla figura di Giacomo Carissimi. Ha inciso un CD dedicato alle arie serie di Baldassarre Galuppi per la casa inglese Avie. Agli studi musicali Gianluca Capuano ha affiancato quelli classici; laureato in Filosofia Teoretica, si dedica alla ricerca, occupandosi in particolare di problemi di estetica musicale. Collabora con “Goldberg” e altre riviste internazionali.